Il nuovo dpcm contro il coronavirus è stato presentato dai ministri della Salute e degli Affari regionali, Roberto Speranza e Mariastella Gelmini.
Coronavirus, in Cina vietati i menù con gli animali selvatici
La sospensione temporanea del commercio e del consumo di fauna selvatica in seguito all’emergenza Coronavirus potrebbe diventare permanente. Intanto la città di Shenzhen vieta la carne di cane e gatto.
Appena usciti dall’emergenza coronavirus, i cinesi stanno ritornando alla vita normale. Si esce di casa e lo si fa anche per concedersi una cena al ristorante. Tante cose sono cambiate però: i ristoratori non possono accogliere tanti clienti tutti insieme e tra gli ospiti va mantenuta una distanza di sicurezza di un metro. E poi alcuni locali devono fare i conti con la possibile decisione di vietare in modo permanente (dopo una prima sospensione a gennaio) il commercio di “fauna selvatica terrestre di importante valore ecologico, scientifico e sociale”.
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Fauna selvatica vietata per il coronavirus
Il divieto di consumo di fauna selvatica ha a che fare con la salvaguardia delle salute pubblica. Gli scienziati sospettano infatti che il coronavirus sia passato agli esseri umani dagli animali poiché alcune delle prime infezioni sono state riscontrate in persone che avevano frequentato un mercato di fauna selvatica nella città di Wuhan, dove venivano venduti pipistrelli, serpenti, zibetti e altri animali selvatici. È ancora da chiarire quali animali siano compresi nella selvaggina vietata. “Non è ancora chiaro se i serpenti siano sulla lista delle specie proibite, quindi al momento siamo in attesa di un ulteriore avviso”, ha dichiarato all’Ansa Huang Shixiong, proprietario di un ristorante specializzato in carne di serpente a Nanning, capoluogo della Regione autonoma del Guangxi Zhuang in Cina meridionale. Fermare il commercio non sarà comunque facile, poiché questi animali vengono utilizzati, per esempio, anche nella medicina tradizionale cinese.
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Shenzhen vieta il consumo di cani e gatti
Intanto, la città di Shenzhen, moderna metropoli nella Cina sudorientale, prima di tutte le altre città cinesi, ha fatto un ulteriore passo avanti e vieterà dal 1° maggio il consumo della carne di cane e gatto in quanto “cani e gatti hanno stabilito una relazione molto più stretta con gli umani rispetto a tutti gli altri animali e vietarne il consumo è una pratica comune nei paesi sviluppati”. Secondo la lista stilata dalle autorità, sono ammesse al consumo carni di maiale, pollo, manzo, coniglio, pesce, molluschi, agnello, asino, anatra, oca e piccione, mentre sono vietate specie come il serpente o la rana con multe previste per chi viene sorpreso a cucinarle.
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“Shenzhen è la prima città al mondo a prendere sul serio le lezioni apprese da questa pandemia e ad apportare le modifiche necessarie per evitarne un’altra”, ha dichiarato, come riportato dalla Reuters, Teresa M. Telecky, vice presidente del dipartimento per la fauna selvatica della Humane Society International. “I coraggiosi passi di Shenzhen per fermare questo commercio e il consumo di animali selvatici sono un modello da emulare per i governi di tutto il mondo”.

Per il primo dpcm del governo Draghi si attende ancora il parere del Cts, ma ci sono già molti punti fermi: la novità è la riapertura di cinema e teatri.

Giannini torna sabato 27 febbraio, alle 21:45 su Rai3 con Indovina chi viene a cena e una puntata dedicata all’innocenza degli animali nella pandemia.

Lunedì 1 marzo cambiano nuovamente i colori di 7 regioni italiane: Sardegna, Piemonte, Lombardia, Marche, Molise, Basilicata, Liguria.

L’Africa, rimasta finora indietro nella campagna vaccinale, ha ricevuto 600mila dosi di vaccino anti-Covid grazie al programma Covax dell’Organizzazione mondiale della sanità.

Il divieto di spostamento tra le regioni sarà prorogato di altri 30 giorni, questa la prima anticipazione fatta dalla ministra Gelmini del prossimo dpcm.

Da domenica 21 febbraio cambiano di nuovo i colori delle regioni a causa dell’aumento dei contagi. Ecco quali.

130 paesi in tutto il mondo non hanno ancora ricevuto una singola dose di vaccino. Mentre tre quarti dei vaccini totali sono stati usati da solo dieci paesi, i più ricchi.

Negli Stati Uniti la maggior parte dei vaccini anti-Covid è stata somministrata alla popolazione bianca, a discapito di latini e afroamericani.