Nel 2023 sono state uccise 85mila donne nel mondo: nel 60 per cento dei casi, il colpevole era il partner o un membro della famiglia.
L’Italia garantisce assistenza legale gratuita a tutte le vittime di violenza
Con una sentenza storica la Corte costituzionale ha sancito che tutte le vittime di violenza possono ricorrere all’assistenza legale gratuita, grazie al patrocinio a spese dello Stato.
Tutte le vittime di violenza in Italia potranno avere accesso all’assistenza legale gratuita. È quanto sancito dalla Corte costituzionale italiana l’11 gennaio 2021 con una sentenza storica. L’obiettivo è quello di sostenere tutte le vittime di qualsiasi reato di violenza (violenze contro le donne, violenze domestica, violenze sui minori), a prescindere dalla situazione economica, e incentivare le denunce.
La sentenza, la prima del 2021 e redatta dal neopresidente della Corte Giancarlo Coraggio, arriva in seguito a una questione sollevata nel 2019 dal gip del tribunale di Tivoli riguardo la legittimità costituzionale dell’automatica ammissione alle spese da parte dello Stato delle persone vittime di violenza.
La risposta contenuta nella nuova sentenza spiega come l’automatica ammissione “non appare né irragionevole né lesiva del principio di parità di trattamento, considerata la vulnerabilità delle vittime oltre che le esigenze di garantire al massimo il venire alla luce di tali reati”.
Spese legali gratuite alle vittime di violenza
Tutte le vittime, quindi, potranno accedere alle spese legali che saranno coperte dal patrocinio a carico dello Stato, senza essere soggette a decisioni in base a parametri economici e, tantomeno, alla discrezionalità del giudice.
Vogliamo approntare un sistema più efficace per sostenere le vittime, agevolandone il coinvolgimento nell’emersione e nell’accertamento dei reati
“Nel nostro ordinamento giuridico e specialmente negli ultimi anni è stato dato grande spazio a provvedimenti e misure tesi a garantire una risposta più efficace verso i reati contro la libertà e l’autodeterminazione sessuale, considerati di crescente allarme sociale, anche alla luce della maggiore sensibilità culturale e giuridica in materia di violenza contro le donne e i minori”, si legge nella sentenza.
Non solo violenza contro le donne
Chi potrà accedere alla copertura legale saranno, appunto, tutte le vittime dei reati di violenza. Seppur – tristemente – spesso si associa il termine con la violenza contro le donne, i reati citati dalla sentenza comprendono:
- Maltrattamenti contro familiari o conviventi (articolo 572 del codice penale)
- Pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili (articolo 583-bis del codice penale)
- Violenza sessuale (articolo 609-bis del codice penale)
- Atti sessuali con minorenne (articolo 609-quater del codice penale)
- Violenza sessuale di gruppo (articolo 609-octies del codice penale)
- Atti persecutori (articolo 612-bis del codice penale)
- Prostituzione minorile (articolo 600-bis del codice penale)
- Pornografia minorile (articolo 600-ter del codice penale)
- Iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile (articolo 600-quinquies del codice penale)
- Tratta di persone (articolo 601 del codice penale)
- Corruzione di minorenne (articolo 609-quinquies del codice penale)
Nonostante la sentenza miri a contrastare il silenzio e l’impunità legati fin troppo spesso agli episodi di violenza e rappresenti un passo avanti nella protezione delle vittime, gli sforzi non sono ancora sufficienti per contrastare – e quindi prevenire – il problema all’origine, che affonda le radici nella cultura della violenza.
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