La violenza contro le donne è una delle violazioni dei diritti umani più diffuse, continue e devastanti ancora oggi. In tutto il mondo, una donna su tre ne è vittima. Eppure, moltissimi casi non vengono denunciati a causa dell’impunità, del silenzio, dello stigma che le violenze portano ancora con sé. Le molestie sessuali e altre forme di violenza contro le donne si consumano nelle case, per le strade, in luoghi pubblici e online, manifestandosi sia a livello fisico e sessuale, sia psicologico.

Per violenza contro le donne si intende:
• Violenza da parte di una persona intima, come il proprio partner: pestaggi, abusi fisici, stupro, femminicidio
• Violenza o molestia sessuale: stupro, atti sessuali forzati, avances sessuali non desiderate, matrimonio forzato, molestie per strada, stalking, molestie online
• Tratta di esseri umani: schiavitù e sfruttamento sessuale
• Mutilazioni genitali femminili
• Matrimoni precoci

Il 25 novembre si celebra la Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne istituita dalle Nazioni Unite. La data scelta ricorda il 25 novembre 1960, giorno in cui tre attiviste politiche della Repubblica Dominicana, le sorelle Mirabal, vennero violentate e uccise da uomini dell’esercito dominicano durante la dittatura di Rafael Trujillo.

Durante la pandemia di Covid-19 i casi di violenza domestica sono cresciuti, tanto da diventare il tema della giornata mondiale del 2020, dedicata alla “shadow pandemic”, la pandemia nascosta.

Con gli anni, di violenza contro le donne se ne parla sempre più, ma mai abbastanza. Le donne hanno il diritto di non subire violenze di nessun tipo. Hanno il diritto di denunciare, esporsi e far sentire la propria voce se questo accade. Hanno il diritto che gli aggressori, gli stupratori, vengano condannati e vengano chiamati per quello che sono. Hanno il diritto di pretendere la fine del patriarcato, la fine dei linguaggi d’odio, la fine della violenza di genere.