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Acque più calde, più acide, con meno pesci e con più meduse, questi alcuni degli effetti che il global warming ha sulla vita marina.
I cambiamenti climatici stanno minacciando la vita nei mari e negli oceani e di conseguenza le persone che basano il proprio sostentamento sulla pesca. L’allarme è stato lanciato da un rapporto secondo il quale i settori di pesca ed acquacoltura potrebbero perdere tra i 17 e i 41 miliardi di dollari a causa dei cambiamenti climatici entro il 2050.
Il riscaldamento globale sta provocando un aumento della temperatura e dell’acidificazione dell’acqua con effetti preoccupanti sugli ecosistemi marini. La progressiva crescita delle temperature avrà un impatto sulla fisiologia dei pesci a causa del minore trasporto d’ossigeno ai tessuti. Questo potrebbe provocare un effetto a catena che muterebbe la distribuzione sia delle specie marine che di quelle d’acqua dolce, spingendo i pesci verso i poli.
Oltre alla diffusione subirebbero variazioni anche i cicli vitali e riproduttivi, la quasi totalità degli animali acquatici è infatti a sangue freddo e pertanto particolarmente sensibile alle variazioni climatiche che possono influenzare, ad esempio, il raggiungimento della maturità sessuale dei pesci e le dimensioni delle uova deposte.
Il cambiamento climatico avrà anche un impatto sempre maggiore sulle popolazioni di molluschi e crostacei, la crescente acidità degli oceani rende infatti più difficile la formazione di gusci per organismi come gamberetti, ostriche e coralli. Anche lo zooplancton, insieme di microrganismi che rappresenta la base della catena alimentare marina, è minacciato dall’acidificazione dell’acqua.
Il declino del plancton ha già avuto un impatto negativo sui tassi di sopravvivenza dei merluzzi (già colpiti dall’eccesivo sfruttamento) nell’Atlantico settentrionale. Anche i salmoni dell’Atlantico, secondo il rapporto della Fao “Stato mondiale della pesca e dell’acquacoltura”, potrebbero venire estirpati dai loro habitat attuali.
Il riscaldamento globale sta inoltre causando in tutto il mondo un aumento delle popolazioni di meduse, provocando danni all’ecosistema marino e ai pescatori. Negli ultimi trent’anni la popolazione di gambero polare si è ridotta di quasi il 75 per cento, forse a causa dello scioglimento dei ghiacci, privando pinguini, foche e balene di una fondamentale fonte di sostentamento.
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