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Bere per la paura di ricevere un giudizio negativo dalle altre persone. E’ una delle possibili conseguenze della “fobia sociale” che porta ad isolarsi sempre più dagli altri.
Accade per esempio quando ci si trova in una situazione che mette
al centro dell’attenzione altrui: parlare in pubblico, gestire una
riunione di lavoro, presentarsi di fronte a un gruppo di persone
che non si conoscono.
Questa fobia è conosciuta col nome di “fobia sociale” e fa
sì che chi ne soffre tenda ad evitare le “situazioni a
rischio”, isolandosi sempre più dagli altri.
Quando questi soggetti si trovano loro malgrado ad affrontare
ambienti e gruppi, somatizzano in modo evidente le proprie angosce:
le palpitazioni aumentano, la bocca diventa secca, il viso trema e
lo sguardo si abbassa, le guance vanno in fiamme per
l’emozione.
Si possono riconoscere le persone a rischio di fobia sociale,
infatti già prima dei vent’anni sono manifesti i primi segni
di un’ansia esagerata nei confronti della vita e delle altre
persone. Se trascurati o non presi in considerazione questi sintomi
si riproporranno in età adulta, con effetti sulla vita
sociale della persona anche gravi. Non si parla infatti solo di
isolamento dagli altri, ma anche della comparsa di disordini
psicologici come l’alcolismo o la depressione.
Il perenne stato di allarme vissuto dalle persone fobiche
può essere quindi il fattore scatenante dell’abuso di
alcool. La classica sbronza, il bere fino allo stordimento, serve
alle persone che soffrono di fobia sociale a trovare un palliativo
alle proprie paure.
Uscire dall’alcolismo non è una strada facile e senza dubbio
è necessario il supporto di specialisti, come gli
psicoterapeuti che forniscono strumenti di esplorazione di se
stessi per far prendere al paziente coscienza del problema.
È chiaro che per problema non si deve intendere solo l’abuso
di una sostanza come l’alcool, quanto piuttosto i motivi che hanno
portato la persona a nascondersi dietro una bottiglia.
Tra i soggetti più a rischio di alcolismo oggi ci sono
senz’altro le donne. La donna d’oggi assumendo alcool con un tasso
d’incremento superiore a quello maschile, impiega meno tempo
rispetto all’uomo per diventare un’alcolista e, per la maggior
delicatezza del suo organismo, sviluppa più rapidamente
patologie epatiche e psichiatriche.
Francesca Nuzzo
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