Divieto di fumo, in quali luoghi all’aperto non si potrà più fumare

A 20 anni dalla legge Sirchia, il divieto di fumo potrebbe essere esteso a dehors, parchi pubblici e fermate. Varrà anche per le sigarette elettroniche.

  • A vent’anni dalla legge Sirchia, il divieto di fumo sta per estendersi anche ai luoghi all’aperto.
  • Non si potrà fumare nei dehors dei locali, nei parchi, alle fermate dei bus e dei treni.
  • Le nuove restrizioni varranno anche per le sigarette elettroniche.

Si prospettano tempi duri per i fumatori più incalliti, anche per quelli delle sigarette elettroniche. A 20 anni dalla famosissima legge Sirchia, che introdusse lo storico divieto di fumo nel luoghi chiusi, l’attuale ministro della Salute Orazio Schillaci sta lavorando all’introduzione di ulteriori restrizioni al fumo, anche in luoghi pubblici all’aperto ma affollati, e comunque in presenza di bambini e donne incinte. Le misure sono ancora allo studio dei tecnici del ministero della Salute, e non si conoscono ancora con esattezza né i tempi né le modalità con cui entreranno in vigore, ma il ministro Schillaci ha già più volte confermato che il governo sta lavorando per un provvedimento in tal senso.

Il nuovo divieto di fumo del ministero della Salute

Fino a 20 anni fa, in Italia era possibile fumare nei ristoranti, al cinema, sui mezzi pubblici. La legge Sirchia sul divieto di fumo è entrata così tanto nelle nostre coscienze da rendere oggi quasi inconcepibili i comportamenti adottati fino al 2003. L’obiettivo di Schillaci è ottenere lo stesso di tipo introiezione nella popolazione.

Cosa cambia nei ristoranti

Con le nuove regole però verrebbe a cadere anche la possibilità di fumare nei tavoli all’aperto e nei cosiddetti dehors di bar e ristoranti. Al vaglio dei tecnici, al momento, la possibilità di continuare a riservare sale interne esclusivamente ai clienti fumatori, per i locali che hanno la possibilità di predisporne una.

Cosa cambia nei trasporti

Presto potrebbe cambiare tutto anche per chi si muove con i trasporti pubblici. La classica ‘cicca’ da fumare attendendo l’autobus alla fermata, o un treno in stazione, un traghetto, diventerà un miraggio. Negli aeroporti il divieto di fumo è già in vigore da anni, ma è probabile che anche le aree riservate ai fumatori, che oggi sono installate più o meno in tutti gli scali aeroportuali, potrebbero scomparire.

Cosa cambia nei luoghi all’aperto

Un’altra grande novità è che il divieto di fumo sarà applicato anche nei parchi pubblici. Il motivo è la probabile presenza nei parchi di bambini e donne incinte, particolarmente a rischio per l’esposizione al fumo passivo. Di fatto, per esclusione, all’aperto sarà possibile fumare solo in strada, possibilmente tenendosi a distanza di sicurezza dagli altri passanti.

E le sigarette elettroniche?

L’ipotesi dei tecnici del ministero della Salute prevede che i nuovi divieti valgano non solo per le tradizionali sigarette di tabacco, ma anche le sigarette elettroniche. Su questo punto però il dibattito è ancora aperto, perché gli addetti del settore hanno già fatto sentire la propria voce. E anche all’interno della stessa maggioranza le posizioni sono divise: qualcuno ritiene infatti le sigarette elettronico un palliativo molto utile per l’abbandono delle sigarette a base di tabacco. Molto probabilmente comunque le e-cig rientreranno nei divieti già in vigore di pubblicizzare in ogni modo, diretto o indiretti, i prodotti a base di nicotina.

Le sanzioni previste

Per i nuovi divieti varranno le sanzioni già in vigore per chi fuma nei luoghi pubblici al chiuso: sanzione amministrativa di 275 euro, ridotta della metà in caso di pagamento entro 60 giorni dalla notifica. Anche in questo caso, però, l’auspicio del legislatore è che più che il rischio di una sanzione, sia l’accettazione culturale delle nuove norme a garantirne il pieno rispetto, proprio come la prima legge sul fumo entrata in vigore nel 2003.

Numeri allarmanti in Italia

I nuovi divieti sono pensati per porre rimedio all’inversione del trend di diminuzione dei fumatori registrato nel 2022: secondo i dati del rapporto sul fumo in Italia, presentato in occasione della Giornata mondiale contro il tabacco, il 31 maggio 2022, quasi un italiano su quattro (il 24,2 per cento della popolazione) fuma, una percentuale che non era stata mai più registrata dal 2006. Dopo un lungo periodo di stagnazione infatti l’anno scorso si è registrato a un incremento di 2 punti percentuali: i fumatori infatti erano il 22 per cento nel 2019, ultimo anno di rilevazione pre-pandemica.

In aumento anche le persone che fumano sigarette a tabacco riscaldato: 3,3 per cento del 2022 rispetto all’1,1 per cento del 2019, ma più di una persona su tre (il 36,6 per cento) le considera meno dannose di quelle tradizionali.

Secondo la Società italiana di medicina ambientale (Sima) in Italia ci sono “93mila morti ogni anno a causa del tabacco, il 20,6 per cento di tutti i decessi.

Girolamo Sirchia, ex ministro della Salute padre della legge che porta il suo nome, qualche settimana fa in un’intervista a Fortune Health aveva auspicato ulteriori interventi in senso restrittivo sul fumo: “È facile prevedere che ci saranno resistenze e opposizioni – aveva detto – Mi auguro che il ministro Schillaci possa andare avanti e, anzi, lo spero, considerati gli ultimi dati”.

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