Dure proteste in Polonia contro le politiche della maggioranza di destra. Nel mirino soprattutto la “stretta” sui media. L’opposizione occupa il parlamento.
È tempo di Freedom of information act
Si chiama Foia, acronimo che sta per Freedom of information act. In base a questa legge, la pubblica amministrazione ha obblighi di informazione, pubblicazione e trasparenza e i cittadini hanno diritto a chiedere ogni tipo di informazione prodotta e posseduta dalle amministrazioni che non contrastino con la sicurezza nazionale o la privacy. Più di
Si chiama Foia, acronimo che sta per Freedom of information act. In base a questa legge, la pubblica amministrazione ha obblighi di informazione, pubblicazione e trasparenza e i cittadini hanno diritto a chiedere ogni tipo di informazione prodotta e posseduta dalle amministrazioni che non contrastino con la sicurezza nazionale o la privacy.
Più di 90 Paesi nel mondo lo hanno adottato. L’Italia ancora no. Un gruppo formato da una trentina di associazioni ha lanciato il progetto FOIA4Italy per portare la trasparenza anche nello Stato Italiano.
“In Italia – scrive il FOIA4Italy – non esiste ancora un Freedom of Information Act: l’accesso agli atti amministrativi è disciplinato da una delle norme più restrittive d’Europa, la legge n. 241/1990, che prevede che l’accesso possa essere richiesto solo da chi ‘vi abbia interesse per la tutela di situazioni giuridicamente rilevanti’. Abbiamo quindi deciso di scrivere una proposta di legge che introduca, finalmente, anche nel nostro Paese una legge evoluta sull’accesso all’informazione: se approvata, la legge consentirà a chiunque (non solo ai cittadini) di poter conoscere tutti gli atti, documenti e dati formati e detenuti dalle Pubbliche amministrazioni, con poche e tassative eccezioni”.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
I genitori di Nigar Nazar avrebbero voluto che diventasse un medico, ma la passione per il disegno e i fumetti alla fine, hanno avuto la meglio. “Studiavo, ero brava, ma i margini dei miei libri erano pieni di schizzi e vignette”, ricorda la prima vignettista donna del Pakistan, le cui strisce oggi, sono famose in
Leonardo DiCaprio rischia di essere espulso dall’Indonesia dopo aver denunciato l’impatto dell’espansione delle piantagioni di palma da olio sulle foreste.
Andrea Pastorelli, direttore generale di Teach for Italy, spiega come giovani talenti possano diventare agenti di cambiamento nelle scuole svantaggiate.
Le guerre scatenate dagli stati ci riportano a prima del 1945 e la tecnologia digitale favorisce le discriminazioni: non ci resta che la mobilitazione dal basso.
Si chiamava Saly, aveva cinque anni. Nello scatto vincitore del World press photo 2024, il concorso di fotogiornalismo più importante al mondo, non si vede un centimetro del suo corpo senza vita. E non si vede nemmeno il volto della zia, Ines Abu Maamar, che lo stringe forte a sé. Mohammad Salem, fotografo dell’agenzia Reuters,
L’Europa ha varato il nuovo Patto migrazione e asilo: solidarietà solo volontaria tra Paesi, migranti trattenuti alle frontiere esterne dell’Unione.
Nell’ultimo attacco alla libertà di espressione in Turchia, tre professori universitari che hanno firmato una petizione di pace nel gennaio 2016 sono stati incarcerati da un tribunale di Istanbul con l’accusa di propaganda terroristica. I tre sono stati arrestati il 15 marzo 2016, in attesa del completamento dell’indagine penale. Le forze di sicurezza hanno chiesto pene detentive
La giornata rappresenta un’opportunità per celebrare i principi fondamentali della libertà di stampa e rendere omaggio ai giornalisti che hanno perso la vita nell’adempimento del proprio dovere.