Dure proteste in Polonia contro le politiche della maggioranza di destra. Nel mirino soprattutto la “stretta” sui media. L’opposizione occupa il parlamento.
È tempo di Freedom of information act
Si chiama Foia, acronimo che sta per Freedom of information act. In base a questa legge, la pubblica amministrazione ha obblighi di informazione, pubblicazione e trasparenza e i cittadini hanno diritto a chiedere ogni tipo di informazione prodotta e posseduta dalle amministrazioni che non contrastino con la sicurezza nazionale o la privacy. Più di
Si chiama Foia, acronimo che sta per Freedom of information act. In base a questa legge, la pubblica amministrazione ha obblighi di informazione, pubblicazione e trasparenza e i cittadini hanno diritto a chiedere ogni tipo di informazione prodotta e posseduta dalle amministrazioni che non contrastino con la sicurezza nazionale o la privacy.
Più di 90 Paesi nel mondo lo hanno adottato. L’Italia ancora no. Un gruppo formato da una trentina di associazioni ha lanciato il progetto FOIA4Italy per portare la trasparenza anche nello Stato Italiano.
“In Italia – scrive il FOIA4Italy – non esiste ancora un Freedom of Information Act: l’accesso agli atti amministrativi è disciplinato da una delle norme più restrittive d’Europa, la legge n. 241/1990, che prevede che l’accesso possa essere richiesto solo da chi ‘vi abbia interesse per la tutela di situazioni giuridicamente rilevanti’. Abbiamo quindi deciso di scrivere una proposta di legge che introduca, finalmente, anche nel nostro Paese una legge evoluta sull’accesso all’informazione: se approvata, la legge consentirà a chiunque (non solo ai cittadini) di poter conoscere tutti gli atti, documenti e dati formati e detenuti dalle Pubbliche amministrazioni, con poche e tassative eccezioni”.
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Leonardo DiCaprio rischia di essere espulso dall’Indonesia dopo aver denunciato l’impatto dell’espansione delle piantagioni di palma da olio sulle foreste.
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Il 19 agosto si celebra la Giornata mondiale dell’aiuto umanitario. Nel 2023 sono stati uccisi 280 operatori umanitari in guerra.
Nell’ultimo attacco alla libertà di espressione in Turchia, tre professori universitari che hanno firmato una petizione di pace nel gennaio 2016 sono stati incarcerati da un tribunale di Istanbul con l’accusa di propaganda terroristica. I tre sono stati arrestati il 15 marzo 2016, in attesa del completamento dell’indagine penale. Le forze di sicurezza hanno chiesto pene detentive
La giornata rappresenta un’opportunità per celebrare i principi fondamentali della libertà di stampa e rendere omaggio ai giornalisti che hanno perso la vita nell’adempimento del proprio dovere.