Ecovandali o attivisti? Come Ultima generazione divide l’Italia

Milano è parte civile contro il blitz dell’opera LOVE di Cattelan da parte di Ultima Generazione, ma non per gli altri: c’entra anche la legge ecovandali.

  • A Milano il consiglio comunale ha respinto la richiesta di costituirsi parte civile contro Ultima generazione per i blitz all’Arco della Pace e alla statua equestre di Vittorio Emanuele II, in piazza Duomo.
  • Pochi giorni prima il comune si era costituito parte civile nel caso dell’opera Love di Maurizio Cattelan.
  • La differenza è nel contenuto della legge sugli “ecovandali”, approvata ieri in parlamento: per il comune sì ai risarcimenti, ma è sbagliato criminalizzare gli attivisti.

Nove mesi dopo il varo del decreto da parte del governo, la legge che inasprisce le sanzioni contro i cosiddetti ecovandali ieri è diventata ufficialmente legge con 138 voti a favore e 92 contrari. Pensata dal governo per rispondere ai sempre più frequenti blitz dimostrativi degli attivisti di Ultima Generazione contro l’inazione climatica delle istituzioni, non piace però al Comune di Milano, la città che più di tutte è stata teatro dei blitz di Ultima Generazione nel corso del 2023, con una media di uno al mese. 

Ecovandali, lo scontro a Milano che ha anticipato la legge

Solamente tre giorni prima infatti, lo scorso lunedì 15 gennaio, il consiglio comunale di Milano aveva respinto tre ordini del giorno presentati da un consigliere leghista, Samuele Piscina, che chiedevano la costituzione del comune di Milano quale parte civile contro i danni causati dagli attivisti del movimento ambientalista Ultima generazione all’Arco della Pace di piazza Sempione in un blitz del 15 novembre scorso, e alla statua equestre di Vittorio Emanuele II in piazza Duomo del 9 marzo 2023.

Gli ordini del giorno chiedevano al Consiglio comunale di sostenere esplicitamente il disegno di legge sugli ecovandali (così li chiama il centrodestra), che sarebbe poi stato approvato definitivamente dal parlamento ieri: richiesta respinta dalla maggioranza in Consiglio. Samuele Piscina, il consigliere che si è visto respingere gli ordini del giorno, ha reagito con toni molto duri: “Ancora una volta il Consiglio comunale si schiera dal lato dei delinquenti appoggiando e sostenendo i vandali di ultima generazione. Come al solito la sinistra non difende gli onesti cittadini ma chi infrange le regole commettendo qualsiasi atto contrario alle leggi e alla convivenza civile”.

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Posted by Samuele Piscina on Wednesday, January 17, 2024

 

Eppure, solamente dieci giorni prima, il Comune di Milano si era costituito parte civile contro Ultima generazione, per un altro blitz, quello della statua Love di Maurizio Cattelan, per cui tre giovani sono già stati rinviati a giudizio per danneggiamento.

Sì al risarcimento, no alla criminalizzazione

Una contraddizione? Niente affatto, come ci ha spiegato Filippo Barberis, consigliere che il 15 gennaio ha preso la parola in consiglio per illustrare la posizione del centrosinistra. Nel caso della statua di Cattelan, infatti, “Milano si è costituita parte civile perché c’erano effettivamente dei danni e noi non possiamo esimerci, anche a termini di legge, dal chiedere un risarcimento dei danni materiali”: i tre giovani autori del blitz, in effetti, sono accusati di danneggiamento, non di imbrattamento. E poi, spiega Barberis, in quel caso il il comune ha voluto anche “suggerire” agli attivisti sì di protestare per una causa considerata giusta, ma nei termini corretti.

Diverso il discorso che ha portato alla bocciatura degli odg leghisti e al costituirsi parte civile per Arco della Pace e Vittorio Emanuele II: “La ragione qui è soprattutto politica: non condividiamo l’approccio di quegli ordini del giorno, che chiedeva l’incarcerazione degli attivisti per ogni manifestazione del genere” proprio sulla base della nuova legge “e ci chiedeva di considerarli criminali tout court”. Insomma, va bene la riparazione del danno, “quando questo non è esiguo come nei due casi in questione, in cui in fondo parliamo di vernice lavabile” ma no a danni morali e criminalizzazione.

La nuova legge contro gli ecovandali, infatti, oltre a stabilire sanzioni fino a 60mila euro per chi imbratta monumenti o opere d’arte, inoltre modifica anche il reato di deturpamento e imbrattamento di cose altrui, prevedendo il carcere da 1 a 5 anni di carcere chiunque distrugga, disperda, deteriori o renda, in tutto o in parte, inservibili beni mobili o immobili durante manifestazioni pubbliche. E il fatto che il Comune di Milano rinunci a essere parte civile per Arco della Pace e Vittorio Emanuele non eviterà comunque l’apertura di un altro procedimento a carico di Ultima Generazione.

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