Al Mudec, Museo delle culture di Milano, dal 13 settembre al 7 gennaio, si esplora una delle grandi civiltà del mondo, tra le più affascinanti, quella egiziana. La storia del regno del faraone Amenofi II nella mostra Egitto.
C’è ancora qualcosa da scoprire sulle antiche dinastie egizie e sulla storia di una civiltà dal fascino incredibile: Egitto, la mostra al Mudec – Museo delle culture di Milano, intende porre alla ribalta la figura e il regno poco noto di Amenofi II che, oscurato dalle grandi eroiche gesta del padre Thutmose III, non ha mai avuto le stesse attenzioni. Dal 13 settembre al 7 gennaio questa mostra porterà alla luce insieme ai resti ritrovati all’interno della sua tomba nella Valle dei re, anche quegli anni dell’antico Egitto.
Questa mostra è il momento di gloria di Amenofi II, la rivalsa di un figlio su un padre ingombrante: siamo nell’antico Egitto, durante la Diciottesima dinastia (1550 – 1295 avanti Cristo), quando tra il 1427 e il 1401 avanti Cristo regnò Amenofi II che successe al più noto Thutmose III, uno dei sovrani di maggior spicco della storia dell’Egitto. Durante il suo lungo regno infatti – durò circa 53 anni – adottò una politica dalle tendenze imperialistiche ed espansionistiche notevoli che portò a grandi conquiste. Difficile dunque per il figlio emergere dopo una figura che lasciò una memoria e cambiamenti così indelebili, ma anche lui in realtà fu protagonista di gesta valorose. Per esempio si racconta che in una campagna militare in Siria avrebbe sconfitto da solo sette uomini e si ricordano spesso le sue notevoli capacità sportive e la sua forza fisica. Mai abbastanza però per farlo passare alla storia.
Amenofi II regnò per circa 26 anni e morì intorno all’età di 44 anni, un regno molto più breve di quello del padre. La sua tomba, come molte altre, si trova nella Valle dei re in Egitto e fu scoperta dall’archeologo francese Victor Loret nel marzo 1898: all’apertura conteneva ancora la mummia del sovrano nel sarcofago originale. L’egittologo portò alla luce non solo la sa mummia ma anche quelle di alcuni celebri sovrani del Nuovo regno che erano state nascoste all’interno di una delle quattro stanze annesse alla camera funeraria con lo scopo di sottrarle alle offese dei profanatori di tombe. Tra gli altri corpi ritrovati anche quelli della madre e della nonna di Tutankhamon.
È partendo da questi ritrovamenti che nasce questa mostra perché, incredibilmente, idocumentirelativi alla scoperta della tomba di Amenofi II nella Valle dei re erano sconosciuti fino a circa 15 anni fa. Oggi questi documenti originali sono di proprietà dell’Università degli Studi di Milano che li conserva negli Archivi di Egittologia – tra i più ricchi al mondo – e per la prima volta verranno esposti al pubblico in un contesto assolutamente “teatrale”.
L’antico Egitto nei moderni allestimenti del Mudec di Milano
La missione che contraddistingue il Mudec sin dalla sua nascita è quella di riscoprire tutte le culture del mondo attraverso mostre spesso multimediali dagli allestimenti moderni che stupiscano e coinvolgano il visitatore. Egitto è una di queste mostre: i preziosi materiali d’archivio saranno presentati facendo letteralmente vivere l’emozione della scoperta al visitatore attraverso una ricostruzione in scala 1:1 della sala a pilastri della tomba di Amenofi II. Un’esperienza immersiva per il pubblico che sarà invitato a entrare, attraverso un focus sulle credenze funerarie e la mummificazione, nella camera funeraria per ammirare i tesori che accompagnavano il faraone nel suo viaggio verso l’Aldilà.
A Milano si avrà quindi l’occasione di ammirare reperti – statue, stele, armi, oggetti della vita quotidiana, corredi funerari e mummie –provenienti dalle più importanti collezioni egizie mondiali: dal Museo egizio del Cairoal Rijksmuseum van Oudheden di Leida, dal Kunsthistorisches museum di Viennaal Museo archeologico nazionale di Firenze. L’antico Egitto incontrerà così la modernità nell’esposizione curata dal Mudec con l’intento di mettere in luce una civiltà misteriosa e affascinante attraverso però un linguaggio più moderno e meno didascalico.
Il museo, che presto compirà tre anni, ha registrato finora quasi un milione di visitatori ed è forse quello più moderno e coinvolgente di Milano: lo dimostra anche l’altra fortunata esposizione ancora in corso, Klimt experience, dedicata all’artista viennese.
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