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Da El Hierro a Capo Verde. Le isole che hanno scelto le rinnovabili per contrastare i cambiamenti climatici
A poco meno di un mese dalla Cop21, le isole si candidano a diventare laboratorio per le rinnovabili, in prima linea per contrastare i cambiamenti climatici.
Da Samso in Danimarca, alle Azzorre. Da Capo Verde a El Hierro. Sono solo alcune delle isole sparse in tutto il globo ad aver fatto una scelta precisa: quella di mitigare l’effetto dei cambiamenti climatici grazie alle rinnovabili, dimostrando come le tecnologie oggi disponibili possano accompagnare verso un futuro carbon free.
Come Graciosa, piccola isola dell’arcipelago delle Azzorre con poco più di 4 mila abitanti, che ha puntato sullo stoccaggio di energia rinnovabile prodotta da un impianto combinato di solare ed eolico, in grado già oggi di produrre il 70 per cento della domanda di elettricità dell’isola.
“Il nostro obiettivo per il 2019 è quello di passare dal 36,3 per cento al 56,7 per cento della produzione elettrica da fonti rinnovabili, con geotermico ed eolico”, ha dichiarato José Manuel Rosa Nunes, del Governo delle Azzorre, dal palco del Greening the islands, conferenza tenutasi a Malta che ha visto la partecipazione dei rappresentanti delle isole di tutto il globo per confrontarsi su best practices e azioni messe in campo per contrastare i cambiamenti climatici. “La trasformazione del nostro sistema energetico ridurrà l’uso di olio combustibile e di diesel, determinando così una riduzione delle emissioni di anidride carbonica, fattore importante per una regione turistica ricca di risorse naturali che deve pensare di bilanciare meglio le proprie attività commerciali”.
Un investimento da 25 milioni di euro che porterà entro il 2019 una riduzione del consumo di petrolio di 92.600 tonnellate e il taglio delle emissioni di carbonio di 300 mila tonnellate l’anno.
Ha scelto l’idroelettrico e l’eolico l’isola de El Hierro, la più piccola delle Canarie, che punta a diventare 100 per cento alimentata da rinnovabili. Un sistema innovativo che accoppia le due fonti, in base alle esigenze e alla disponibilità di elettricità: l’impianto idroelettrico è costituito da due laghi artificiali realizzati su due crateri naturali, a differenti altezze. In condizioni normali di vento, l’impianto eolico da 11,5 MW fornisce energia elettrica alla popolazione locale e l’energia elettrica in eccesso viene utilizzata per pompare l’acqua dal bacino idroelettrico inferiore a quello superiore. Nelle giornate meno ventose, il sistema idroelettrico entra in azione riversando l’acqua dal bacino superiore a quello inferiore generando energia elettrica. L’isola risparmia così 2 milioni di euro l’anno nell’acquisto di diesel.
“Il progetto di El Hierro è un ottimo esempio di partenariato pubblico-privato, nonché della visione di isole come laboratori per la dimostrazione di tecnologie energetiche sostenibili”, ha dichiarato Gonzalo Piernavieja Izquierdo di Islenet (Network of european islands for energy & the environment).
Anche Capo Verde è pronta per la rivoluzione energetica. Dipendente dalle fossili sia per la produzione di elettricità, che per la desalinizzazione dell’acqua marina, ha scelto di costruire quattro parchi eolici della potenza di 25,5 MW, che forniscono circa un quarto del fabbisogno energetico del Paese. Un investimento che si traduce in un risparmio di 16.000 tonnellate l’anno di diesel (in dollari il risparmio ammonta a 1,5 milioni nel solo 2013) e di 176.000 tonnellate di CO2.
A poco meno di un mese dalla Cop21, le isole dimostrano di essere pronte per la rivoluzione energetica, per contrastare attivamente i cambiamenti climatici.
Immagine di copertina Sean Gallup/Getty Images
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