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Atmosfere sognanti e rarefatte quelle di Elger Esser, l’artista tedesco che incanta con la sua quieta bellezza. Una mostra imperdibile per chi ama la fotografia pittorica che diviene sublime.
Preziosa questa mostra del fotografo Elger Esser perché capace di regalare qualcosa di sempre più raro, la quiete. Si intitola De sublime ed è la prima grande antologica in Italia dedicata a uno dei famosi artisti della scuola di Düsseldorf. Alla Fondazione Stelline a Milano fino al 25 giugno. Per chi ama la fotografia sognante.
Molti scatti sembrano dipinti, hanno la delicatezza di ciò che è riprodotto e non reale ma si tratta pur sempre di fotografia, di una particolare corrente di quest’arte chiamata fotografia pittorica di cui Elger Esser è un esponente di spicco. La sua è la scuola di Düsseldorf dove fu allievo di Bernd e Hilla Becher, due tra i più grandi che gli insegnarono molto.
La mostra in corso a Milano presenta 28 opere di Esser, i capitoli più importanti della sua intera produzione: tra questi i paesaggi e le vedute sono forse i più suggestivi e rappresentativi dell’artista, scatti in cui la luce e l’inquadratura allargano lo sguardo verso l’infinito conducendoci in un sogno. La fotografia Matera IV ne è un esempio e colpisce per l’assenza di confini, di limiti e per l’impalpabilità.
Un’altra sezione, forse quella meno distintiva, è formata dalle cartoline e dalle eliografie dove compare l’utilizzo delle cartoline d’inizio Novecento rielaborate grazie alla tecnica dell’eliografia.
L’artista tedesco, nato a Stoccarda, trascorse la sua giovinezza a Roma e a questo periodo è dedicata la serie realizzata sui Giardini di Ninfa: scatti pittorici che alternando micro e macro visioni, tra sfocatura e nitidezza, sono capaci di rendere ancor più suggestivo un luogo che è già di per sé sublime. D’effetto anche l’allestimento che a queste immagini dei giardini affianca dei video di Ninfa: la natura in movimento, in contrapposizione con ciò che ha colto il fotografo.
L’ultimo processo creativo dell’artista è rappresentato nella mostra alla Fondazione Stelline da quattro scatti che in fase di postproduzione manuale sono stati stampati su rame e argento, creando effetti particolari dati dall’ossidazione.
La mostra è aperta da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 20.00, il biglietto costa 8 euro.
Alla Fondazione Stelline è possibile visitare con lo stesso biglietto l’interessante mostra di Gian Butturini, un fotografo italiano che ha a lungo raccontato con i suoi scatti l’uomo e soprattutto la condizione degli ultimi in diverse parti del mondo. Un viaggio che è anche un percorso a ritroso tra alcuni dei fatti più duri e cruenti della seconda metà del Novecento.
Oltre sessanta le opere in mostra, tra cui diciotto rarissime vintage print firmate dall’autore e mai esposte prima: dalle immagini del progetto London (1969), al conflitto nell’Ulster (1971), fino al viaggio a Cuba con Fidel Castro (1971), al Cile di Allende (1973) e Pinochet (1987), al Portogallo dopo la rivoluzione dei Garofani (1975), al Fronte Polisario nel Sahara occidentale (1982), insieme all’importante capitolo dedicato all’antipsichiatria di Basaglia (1975) e ai movimenti operai con gli scioperi dei metalmeccanici (1973).
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