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Un decreto presentato dopo Natale abroga la legge che aveva istituito il titolo di erborista: a rischio aziende di trasformazione, negozi e corsi di laurea.
L’intento del governo era quello di aggiornare e liberalizzare la disciplina della coltivazione, della raccolta e del commercio delle piante officinali. Il primo risultato tangibile del decreto varato tra Natale e Capodanno rischia di essere però la cancellazione improvvisa del titolo di erborista, con la creazione di un vero e proprio vulnus in grado da mettere in crisi non solo il commercio nel settore, ma anche migliaia di posti di lavoro e perfino alcuni corsi di laurea. Tanto che online erboristi e studenti si sono già mobilitati intorno all’hashtag #salvalerborista per diffondere una raccolta firme per convincere il governo a ritirare il decreto.
Il testo presentato dal Consiglio dei ministri di fatto non cita mai la parola erborista, e stabilisce che la coltivazione, la raccolta e la prima trasformazione delle piante officinali (ovvero “le piante cosiddette medicinali, aromatiche e da profumo, nonché le alghe, i funghi macroscopici e i licheni destinati ai medesimi usi”) sono considerate attività agricole a tutti gli effetti. Inoltre, secondo il decreto il risultato dell’attività di coltivazione delle singole specie di piante officinali può essere impiegato oppure sottoposto a operazioni di prima trasformazione direttamente in azienda agricola, senza dover passare dall’erboristeria.
#salvalerborista #FEI #camera #senato
—> https://t.co/Y2eJ44eBFU pic.twitter.com/UiB2SZsTfd— Margareth ? (@Meg_hwang) 11 ottobre 2017
Ma l’articolo più discusso è quello che dispone l’abrogazione completa della legge dell’ormai lontano 1931 che istituiva la figura professionale dell’erborista, anche se lo stesso decreto promette di “definire forme di aggregazione professionale e interprofessionale capaci di creare condizioni di redditività per l’impresa agricola, nonché a realizzare un coordinamento della ricerca nel settore”.
La domanda sorge spontanea: con l’eliminazione della qualifica di erborista che fine faranno le circa mille aziende italiane specializzate nella trasformazione e commercializzazione di piante officinali, le circa 5mila erboristerie presenti sul territorio e gli studenti iscritti ai corsi di laurea in Scienze e tecniche erboristiche? Il primo a lanciare l’allarme è stato Angelo Di Muzio, presidente nazionale della Federazione erboristi italiani, secondo il quale “il governo deve ritirare il decreto legislativo che prevede la cancellazione degli erboristi a favore degli agricoltori che potranno coltivare, trasformare, distillare senza alcuna preparazione specifica in materia le piante officinali. Eliminando l’erborista la strada sarà quella della totale despecializzazione del settore erboristico italiano anche a livello delle attività commerciali di erboristeria, provocando l’ingresso di soggetti assolutamente non qualificati con gravi ripercussioni commerciali e soprattutto per la sicurezza dei consumatori”. L’appello è già online, si attende una risposta da parte del governo.
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