A cosa servono gli esperimenti di Samantha Cristoforetti

La Soyuz che è atterrata ieri alle 15:44 nella steppa del Kazakistan ci ha riportato a casa la nostra prima donna astronauta, Samantha Cristoforetti, che è stata sulla Stazione spaziale orbitante per 200 giorni e che ha battuto il record di presenza femminile tra le stelle, battendo la sua collega statunitense Sunita Williams di ben

La Soyuz che è atterrata ieri alle 15:44 nella steppa del Kazakistan ci ha riportato a casa la nostra prima donna astronauta, Samantha Cristoforetti, che è stata sulla Stazione spaziale orbitante per 200 giorni e che ha battuto il record di presenza femminile tra le stelle, battendo la sua collega statunitense Sunita Williams di ben 4 giorni.

 

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Foto: ©Wwf

Abbiamo imparato a conoscere AstroSamantha, il nickname che lei stessa si è data su Twitter, tramite i suoi post sui social e sulla piattaforma Avamposto 42; l’abbiamo vista (in differita) a Sanremo e l’abbiamo sentita cantare in assenza di gravità per supportare l’Unicef. Ma che ci è andata a fare nello spazio? Di seguito gli esperimenti a cui ha partecipato e che potranno avere una ricaduta anche sulla nostra vita di tutti i giorni.

 

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 Foto: ©Youtube

Muscoli e ossa
Diversi esperimenti riguardavano l’apparato muscolo scheletrico, fortemente provato durante un viaggio nello spazio. Cell shape and expression era per esempio mirato a valutare la modifica delle cellule ossee e si spera potrà avere ricadute sulla cura di patologie come l’osteoporosi. A proposito di osteoporosi, Nanoparticles and Osteoporosis è stato un esperimento sul rimodellamento del tessuto osseo. Bone/Muscle check ha previsto un prelievo quotidiano di saliva per monitorare gli indicatori delle condizioni del metabolismo osseo e muscolare. In questo caso potrebbe rivelarsi un metodo diagnostico utile per i pazienti molto piccoli a cui non è possibile fare un prelievo.

 

Cervello

Il cervello è stato oggetto di sudio in Blind and Imagined, un esperimento che ha studiato la capacità di movimento e di adattamento dell’organismo in condizioni di microgravità, attraverso esercizi semplici, svolti talvolta anche a occhi chiusi, come per esempio il lancio di una palla. I risultati potranno aiutare gli astronauti in missioni di lunga durata, per prevenire o ridurre il decondizionamento muscolo-scheletrico. A terra servirà invece ai neurologi per capire come la mente umana adatti il movimento all’ambiente. Drain Brain ha invece indagato, attraverso un pletismografo portatile appositamente creato dall’Università di Ferrara, il ritorno venoso nel cervello. Si spera che l’esperimento possa essere utile per cura e monitoraggio di patologie cerebrali.

 

Sonno
La qualità del sonno, in condizioni di microgravità, è ridotta; Wearable monitoring ha monitorato attraverso un dispositivo indossabile (una maglietta sensorizzata) i cicli sonno-veglia di Samantha. Obiettivo: comprendere meglio, a terra, i disturbi del sonno.

 

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Foto: ©The Guardian

 

Caffè
Del primo caffé in assenza di gravità bevuto da Samantha Cristoforetti si è parlato moltissimo. ISSpresso è stata la prima macchinetta a capsule in grado di lavorare in assenza di peso: oltre ad avere ricadute commerciali, l’apparecchiatura potrà dare un supporto tecnico e psicologico agli astronauti nelle future missioni di lunga durata.

 

 

In copertina: foto©  Esa

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