
Secondo Gkf Eurisko “Expo è un esempio da seguire”. Non una ma due certificazioni, record mondiale di raccolta differenziata, linee guida per la progettazione sostenibile dei padiglioni e attività ecoculturali in atto ovunque.
Fioriscono in molte città europee le iniziative contro lo spreco alimentare, visto che ogni anno il 50 per cento del cibo prodotto viene gettato in spazzatura.
Food sharing, campagne di sensibilizzazione, corsi di cucina con gli avanzi. Fioriscono in tutta l’Unione europea le iniziative contro lo spreco alimentare, visto che ogni anno il 50 per cento del cibo prodotto viene gettato in spazzatura.
Se ne compra troppo, si sbagliano le dosi, si rispettano alla lettera le date di scadenza impresse sulle confezioni. L’Unione europea s’è posta l’obiettivo di ridurre del 50 per cento lo spreco di cibo entro il 2025: sono sempre più numerose le iniziative mirate che coinvolgono amministrazioni, associazioni ed esercizi commerciali, dalla grande distribuzione al singolo bar o ristorante. In questa prima giornata nazionale contro lo spreco di cibo, che riguarda noi italiani e il nostro impegno, diamo un’occhiata alle idee già messe in atto in Europa, per ispirarci, per prendere esempio.
In Belgio, nei comuni di Herstal e di Namur una nuova norma impone ai supermercati di donare i prodotti invenduti ancora buoni alle associazioni di volontariato che li ridistribuiscono alle persone indigenti.
A Lisbona con il progetto Refood centinaia di volontari girano in bicicletta per ristoranti, negozi di alimentari, panetterie, supermercati e case dei privati per recuperare il cibo avanzato e lo portano poi alle associazioni che si occupano di assistenza ai poveri sul territorio. Nel quartiere di Nossa Senhora de Fàtima sono più di 100 i locali che aderiscono e più di 300 i volontari; a Telheira ci sono 200 volontari e 150 negozi iscritti.
A Helsinki l’attenzione è sul food sharing di quartiere, nell’area di Roihuvuori: gli abitanti possono portare il cibo in eccesso o usufruire di quello a disposizione grazie al progetto “Saa syödä!” (letteralmente: ‘licenza di mangiare’) che è stato messo a punto da alcune società private con il patrocinio del Ministero dell’ambiente.
In Danimarca il movimento di consumatori Stop Wasting Food porta avanti la lotta allo spreco alimentare con campagne di sensibilizzazione nelle scuole, conferenze pubbliche e seminari; inoltre, con la collaborazione di noti chef danesi ha realizzato una serie di ricettari (i Leftovers Cookbook) che spiegano come riutilizzare gli avanzi dei pasti per cucinare nuovi piatti.
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Secondo Gkf Eurisko “Expo è un esempio da seguire”. Non una ma due certificazioni, record mondiale di raccolta differenziata, linee guida per la progettazione sostenibile dei padiglioni e attività ecoculturali in atto ovunque.
A un mese dalla chiusura di Expo, annunciata la destinazione del padiglione Coca Cola, che tornerà a seconda vita come promesso. Gratuitamente e a disposizione degli appassionati di basket.
Chiusi i cancelli dell’Esposizione, ora alcuni dei padiglioni in legno certificato Pefc avranno una seconda vita.
Dopo la Carta di Milano, a Expo Milano 2015 nasce il manifesto sull’agricoltura biologica: la Carta del Bio. Per nutrire il pianeta e proteggere la terra.
L’agricoltura biologica in Perù, che rispetta la terra e chi la coltiva, ha permesso ai contadini peruviani di uscire dalla povertà e dal narcotraffico.
Concluso uno degli appuntamenti più importanti di Expo nella Giornata mondiale dell’alimentazione. Mattarella: “Nutrire il pianeta è la sfida epocale che abbiamo di fronte”.
L’edizione del 2015 è dedicata alla protezione sociale per enfatizzarne l’importanza nel combattere la povertà rurale e nell’assicurare l’accesso al cibo.
Un sito espositivo unico, in un Paese crocevia tra Europa ed Asia. Da Astana partirà la transizione energetica del Kazakistan.
Dal 15 ottobre Milano ospita una mostra fotografica molto particolare: una selezione di venti scatti di Peter Caton rappresentativi di come sia possibile coltivare (e mangiare) cibo senza inquinare.