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Si è chiusa la consultazione sul crowdfunding promossa dalla Commissione europea l’estate scorsa. All’indagine, realizzata dal 3 ottobre al 31 dicembre 2013 e a cui hanno risposto 893 partecipanti, sono stati pubblicati a fine marzo, hanno partecipato quasi 900 persone. La consultazione ha suscitato grande interesse in Francia (254 risposte) e Germania (151). L’Italia, Paese
Si è chiusa la consultazione sul crowdfunding promossa dalla Commissione europea l’estate scorsa. All’indagine, realizzata dal 3 ottobre al 31 dicembre 2013 e a cui hanno risposto 893 partecipanti, sono stati pubblicati a fine marzo, hanno partecipato quasi 900 persone.
La consultazione ha suscitato grande interesse in Francia (254 risposte) e Germania (151). L’Italia, Paese che si è dimostrato particolarmente sensibile a questa rivoluzione finanziaria tanto da elaborare la prima normativa sull’equity crowdfunding a livello internazionale, è stato il quarto Stato membro a dare il contributo maggiore con 67 risposte (dopo la Spagna, che ne ha dato 71), ossia il 7,5 per cento del totale.
Si è trattato di una consultazione priva di valore statistico, ma sono emersi spunti interessanti. Uno su tutti, quello relativo alla riduzione della dipendenza da forme di finanziamento tradizionali: il 75 per cento dei titolari di un progetto, infatti, ha sottolineato questa opportunità. Se da un lato è emerso il ruolo di alternativa positiva alle restrizioni dei classici finanziamenti, dall’altro, dall’altro è stato evidenziato che si tratta di uno strumento che necessita di una maggiore regolamentazione oltre che di una visione uniforme a livello europeo.
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