Per combattere l’inquinamento da microplastiche potremmo fare affidamento su una soluzione basata sulla natura: le cozze.
Sugli oceani galleggiano 171mila miliardi di frammenti di plastica
I nostri oceani sono sommersi da 2,3 milioni di tonnellate di frammenti di plastica, una quantità che ha visto un drastico aumento a partire dal 2005.
- Uno studio pubblicato da Plos one fa una stima della quantità di plastica sulla superficie degli oceani.
- Il totale è di 171mila miliardi di frammenti di plastica, per un peso complessivo di 2,3 milioni di tonnellate.
- Si è assistito a un netto aumento a partire dal 2005.
Sappiamo che le plastiche e microplastiche negli oceani sono una emergenza ambientale gigantesca, ma quanto? Uno studio pubblicato dalla rivista scientifica Plos one dà una risposta: sulla superficie dell’acqua galleggiano 171mila miliardi di frammenti di plastica, per un peso complessivo di 2,3 milioni di tonnellate.
Quanti frammenti di plastica ci sono negli oceani
Il primo autore dello studio è Marcus Eriksen, co-fondatore del 5 Gyres institute, un’organizzazione no profit californiana che si occupa proprio dell’inquinamento da plastica. Con lui hanno lavorato altri studiosi californiani, cileni, svedesi e australiani.
Fare una stima precisa della quantità di plastiche e microplastiche nell’oceano è un compito tutt’altro che banale ma, d’altra parte, è anche un presupposto fondamentale per poter valutare se le politiche di contrasto all’inquinamento siano efficaci o meno. Il team di ricerca ha dunque passato in rassegna le pubblicazioni esistenti sull’argomento, fino a disporre dei dati di 11.777 diversi campionamenti effettuati in tutto il mondo tra il 1979 and 2019.
Ne emerge una realtà allarmante: nel 2019 galleggiavano sulla superficie dell’oceano tra gli 82 e i 358mila miliardi di particelle di plastica. La stima intermedia, dunque, è pari a 171mila miliardi. Per avere un’idea più concreta di cosa significhi, si può guardare il peso: va dagli 1,1 ai 4,9 milioni di tonnellate, con una stima intermedia di 2,3 milioni. Per avere un temine di paragone, la balenottera azzurra è l’animale più grande del mondo e pesa circa 150 tonnellate.
L’inquinamento è peggiorato dopo il 2005
C’è un altro motivo per cui questi dati sono preoccupanti. A partire dal 2005, si è assistito a un rapido incremento della quantità di frammenti di plastica sulla superficie degli oceani. I motivi alla base di questo fenomeno sono diversi: innanzitutto l’incremento della produzione di plastica, ma anche la degradazione di oggetti più grandi in microplastiche e la mancanza di leggi internazionali sull’inquinamento.
“Il sistema è sopraffatto da tutto questo inquinamento”, spiega Marcus Eriksen a Bloomberg. “Abbiamo bisogno di strategie preventive e non solo di concentrarci sulla bonifica e sul riciclo. Dobbiamo trovare alternative alla plastica monouso perché il riciclo, semplicemente, non funziona”. Le sue considerazioni confermano quanto emerso da un altro recente studio della Mindaroo foundation: la quantità di plastica monouso continua ad aumentare (ammontava a 139 milioni di tonnellate nel 2021, 6 milioni in più rispetto a due anni prima) e la capacità di riciclo è di appena 25 milioni di tonnellate.
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