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Il presidente del Touring Club Italiano, storica associazione fondata nel 1894, spiega perché la tutela del paesaggio e dell’ambiente passi attraverso il turismo.
Esprime concetti chiari e a tratti spiazzanti Franco Iseppi presidente del Touring club italiano, storica associazione nata nel 1894, a margine del convegno organizzato da Fondazione Univerde sul turismo sostenibile alla Bit 2016. Racconta così il legame esistente tra turismo, cibo e agricoltura. E di come attraverso questo legame si possa tutelare il paesaggio, l’ambiente e il nostro Paese.
Il tema del cibo è oggi strettamente legato al turismo. Si viaggia molto anche per conoscere le tradizioni enogastronomiche delle mete scelte. È questa la tendenza?
Questo è un tema che sta crescendo. Si tratta di una tendenza certamente alimentata da Expo 2015, che ha fatto da cassa da risonanza e ha portato la consapevolezza che il cibo è il tema centrale nella vita sia individuale, che delle comunità, che delle politiche. La cultura complessiva è però vecchia di anni: fondamentale ad esempio è stato il lavoro di Carlin Petrini, che ha avuto un ruolo sistematico, o quello di Luigi Veronelli. Il nostro è un Paese dove qualcuno ha sempre pensato che il cibo fosse una ricchezza.
Dal modo in cui si affronta il tema dell’agricoltura è possibile capire come si evolverà il paesaggio in futuro, come verrà tutelato l’ambiente e come verrà protetta la biodiversità.
Lei ha espresso un concetto fondamentale, ovvero che il nostro è un Paese fatto di specificità. E l’agricoltura è un tema fondamentale per mantenerlo tale.
L’agricoltura è un tema nodale perché produce il cibo. Così come viene praticata oggi però, risulta essere il principale inquinatore. L’agricoltura, laddove venga regolamentata con un modello virtuoso di equilibrio tra esigenze reali e disegno complessivo del territorio, è la chiave più importante. Il legame col cibo è un pretesto fondamentale. Dal modo in cui si affronta il tema dell’agricoltura è possibile capire come si evolverà il paesaggio in futuro, come verrà tutelato l’ambiente e come verrà protetta la biodiversità.
Quindi il binomio turismo e agricoltura risulta fondamentale?
Certo. Come lo è stato il binomio turismo e beni culturali, e come sarà quello tra turismo e “made in Italy”.
Negli ultimi tempi si è tornato a parlare del recupero dei borghi antichi, altra specificità dell’Italia. Come Touring Club supportate questo processo?
Noi abbiamo addirittura una rete che fa questo, che si chiama “Bandiere arancioni”, ovvero circa 200 piccoli Comuni che fanno parte dell’entroterra, con meno di 15 mila abitanti. Una scelta dettata dalle potenzialità enormi di questi luoghi e perché sono quelli che più han bisogno di un minimo di formazione tecnica, scientifica e di rapporto. Per entrare in questa rete c’è bisogno di rispettare determinati criteri, circa 200. Si tratta di un meccanismo che sta funzionando perché c’è una stretta relazione tra il viaggio, il turismo e l’incidenza che questa ha sui terriotri. Il tema di partenza è e devess’essere sempre il territorio.
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