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Il G20 di Amburgo si è aperto venerdì 7 luglio in un’atmosfera tesa, tra scontri, incendi, lanci di molotov e decine di feriti. Dispiegati 20mila agenti.
La tensione è alta nelle strade di Amburgo, in Germania, città che ospita il summit del G20 nelle giornate di venerdì 7 e sabato 8 luglio. Fin dalla notte si sono succedute manifestazioni che sono sfociate in episodi violenti, tanto da convincere le autorità locali a chiedere l’invio di altri agenti, nonostante il dispiegamento di forze dell’ordine appaia già mastodontico. Ben 20mila uomini provenienti da tutto il paese, infatti, sono stati dispiegati nella città portuale per garantire la sicurezza nel corso dell’evento. Quattro elicotteri della polizia sorvolano inoltre costantemente il centro urbano.
Un bilancio ancora provvisorio riferito dall’agenzia di stampa Dpa parla di 111 feriti tra gli agenti. Una trentina di persone sono state fermate e interrogate, mentre altre quindici sono state arrestate. Secondo le autorità, in queste ore sono attesi circa centomila manifestanti nelle piazze di Amburgo: dopo una breve pausa notturna, verso le 7 di mattina sono riprese le proteste, con l’obiettivo dichiarato di disturbare l’apertura del G20. La stessa moglie del presidente americano Donald Trump, Melania, è stata costretta a rimanere nella propria residenza, come confermato dall’agenzia Afp. La polizia ha parlato inoltre di lanci di bottiglie molotov e di vetture di pattuglia andate a fuoco nel quartiere di Altona.
Sui social network si sono in breve moltiplicate le immagini di scontri e danni. I mezzi d’informazione della Germania parlano di negozi danneggiati e anche di un tribunale preso di mira dai manifestanti, armati di vernice nera. La polizia ha risposto disperdendo un corteo con cannoni ad acqua e gas lacrimogeni. Una ragazza è anche riuscita a salire su un mezzo blindato, prima di essere bloccata dagli agenti.
Sul fronte diplomatico, invece, il G20 di Amburgo ha rappresentato l’occasione per il primo incontro tra il presidente americano Donald Trump e il suo omologo russo Vladimir Putin. I due si sono stretti la mano e hanno scambiato alcune parole in modo apparentemente cordiale in occasione dell’apertura del summit. Eppure, solamente poche ore prima, a Varsavia, il miliardario americano aveva criticato pesantemente la Russia, giudicandola “un elemento di destabilizzazione”.
Come riportato dall’agenzia Ansa, in occasione dell’avvio del summit il papa ha lanciato un appello alle nazioni partecipanti: “Nei cuori e nelle menti dei governanti e in ognuna delle fasi d’attuazione delle misure politiche c’è bisogno di dare priorità assoluta ai poveri, ai profughi, ai sofferenti, agli sfollati e agli esclusi, senza distinzione di nazione, razza, religione o cultura, e di rigettare i conflitti armati”.
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