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Uno studio internazionale conferma la stabilizzazione delle emissioni di gas ad effetto serra. “Ma ora occorre che scendano rapidamente”.
La quantità di emissioni di gas ad effetto serra prodotte dalla combustione di fonti fossili sembra ormai stabilizzata. Per il terzo anno consecutivo gli agenti nocivi dispersi nell’ambiente, infatti, non risultano aumentati: si tratta di una buona notizia, che tuttavia non è ancora sufficiente per poter raggiungere gli obiettivi che la comunità internazionale si è fissata con l’Accordo di Parigi raggiunto un anno fa al termine della Cop 21.
A confermare la dinamica positiva dei gas ad effetto serra è uno studio internazionale pubblicato dalla rivista scientifica Earth System Science Data, e presentato ieri a Marrakech, a margine della ventiduesima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite (Cop 22). Si tratta in ogni caso di un momento di svolta rispetto ai dieci anni precedenti, reso possibile soprattutto dalla riduzione del consumo di carbone da parte della Cina.
In particolare, se nel 2015 le emissioni mondiali di gas nocivi legati alla combustione di gas, petrolio e carbone sono risultate agli stessi livelli di quelle del 2014, quest’anno si dovrebbe registrare un aumento contenuto in un +0,2 per cento. “Si tratta di una dinamica senza precedenti in un periodo di crescita economica – ha sottolineato Corinne Le Quéré, della East Anglia University del Regno Unito, come riportato dall’emittente francese Europe 1 -. Soprattutto, si tratta di un contributo essenziale per la lotta ai cambiamenti climatici. Ma ciò non basta: ora le emissioni mondiali devono scendere, e devono farlo rapidamente”.
Lo studio spiega infatti che per limitare la crescita della temperatura media globale a 2 gradi centigradi, entro la fine del secolo, rispetto ai livelli pre-industriali, il quantitativo di gas ad effetto serra dispersi nell’atmosfera dovrà scendere dello 0,9 per cento all’anno entro il 2030. La Cina, in particolare, ha registrato un calo dello 0,7 per cento nel 2015 (contro il +5 per cento dell’anno precedente). Gli Usa hanno fatto ancora meglio, con un -2,6 per cento nel 2015 (che potrebbe essere seguito da un ulteriore -1,7 per cento quest’anno).
EU GHG emissions rose last year for the first time since 2010, @EUEnvironment figures confirm. pic.twitter.com/PYKioMkDlT
— Jonathan Gaventa (@jonathangaventa) 8 novembre 2016
“L’eolico, il solare e il gas – ha osservato Glen Peters, uno degli autori del rapporto – continuano a sostituire il carbone nei consumi elettrici americani. E i piani del nuovo presidente americano Donald Trump, che vuole resuscitare l’industria del carbone, potrebbero non bastare a contrastare la tendenza del mercato”. Al contrario, in Europa le emissioni di gas ad effetto serra sono cresciute dell‘1,4 per cento lo scorso anno, e in India del 5,2 per cento.
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