Rivolta in Georgia dopo l’approvazione della “legge russa”

Il disegno di legge approvato in terza lettura. Scontri tra manifestanti e polizia a Tbilisi. Ma la presidente ha annunciato che non lo firmerà.

  • La legge sulla “trasparenza dell’influenza straniera”, conosciuta come “legge russa”, è stata approvata in terza lettura dal parlamento di Tbilisi.
  • Secondo questa normativa, che Mosca usa per controllare le ong e la stampa indipendente, le organizzazioni che ricevono più del venti per cento di finanziamenti dall’estero devono registrarsi in un apposito elenco.

  • Criticata da Bruxelles, la legge è un ostacolo al progetto di adesione all’Ue, per questo migliaia di persone stanno protestando senza sosta da un mese. La presidente della Georgia ha annunciato che non la firmerà, ma il governo può aggirare il veto.

Come previsto, la contestatissima legge sulla “trasparenza dell’influenza straniera” è stata approvata dal parlamento di Tbilisi, in Georgia, anche in terza lettura. Nonostante le proteste oceaniche che vanno avanti ormai da un mese, le più grandi che la Georgia indipendente abbia mai visto, il provvedimento è passato il 14 maggio, con 84 voti favorevoli e 30 contrari. E arriverà ora sul tavolo della presidente Salomé Zourabichvili. Lei, filoeuropea, ha già annunciato che non lo firmerà. Ma il governo ha la possibilità di aggirare il veto. 

Cosa prevede la “legge russa” sugli agenti stranieri

Il disegno di legge prevede che i mezzi d’informazione e le organizzazioni non commerciali che “perseguono gli interessi di una potenza straniera”, ovvero che ricevono più del venti per cento dei loro finanziamenti dall’estero, debbano registrarsi in un apposito elenco degli “agenti stranieri”. La normativa è stata ribattezzata dall’opposizione la “legge russa” perché ricorda molto una legge che il Cremlino usa ormai dal 2012 per individuare e ostacolare qualsiasi organizzazione contraria alle politiche del governo, perlopiù giornali indipendenti e ong che difendono i diritti umani e l’uguaglianza per le persone lgbtqia+.  

In Georgia, la legge era stata proposta anche l’anno scorso, ma era stata fermata proprio dalle contestazioni di piazza. 

Perché viene contestata?

La legge, sostenuta dal partito al governo Sogno georgiano e acclamata da Mosca, è vista come un ostacolo nel cammino di adesione all’Unione europea in quanto non è in linea con le “norme e i valori fondamentali dell’Unione europea”, come ha dichiarato l’Alto rappresentante per la Politica estera Josep Borrell. La Georgia ha ottenuto lo status di paese candidato all’Ue nel dicembre 2023, ma con l’approvazione di questa normativa il sogno europeo, sostenuto da circa l’80 per cento della popolazione, potrebbe svanire. 

Il sottosegretario di Stato statunitense per gli affari europei ed eurasiatici, James O’Brien, in visita a Tbilisi proprio in questi giorni, ha già annunciato che gli Stati uniti potrebbero bloccare i 390 milioni di dollari di aiuti previsti alla Georgia, destinati all’assistenza militare, a progetti di sviluppo economico e di sostegno per la società civile.

Le proteste a Tbilisi e l’incognita della firma 

Nel giorno in cui il Parlamento ha approvato in terza lettura il disegno di legge, la piazza si è fatta sentire come non mai: fin dal mattino centinaia di manifestanti hanno presidiato il centro di Tbilisi, sfidando la repressione delle forze dell’ordine, e nel pomeriggio migliaia di persone si sono presentate davanti alla sede del Parlamento, dove il voto in aula è stato accompagnato da grida e spintoni. Alcuni manifestanti hanno sfondato le barricate installate vicino alla Camera dei deputati e la polizia ha risposto con i cannoni ad acqua per disperdere la folla. 

Ora la decisione finale passerà alla presidente Salomé Zourabichvili, determinata a non firmare la legge. Il governo però ha i numeri per respingere il veto e approvare ugualmente in via definitiva la normativa. In tutto ciò, la piazza non sembra affatto intenzionata ad arrendersi.

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