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Il pangolino e i suoi fratelli, ecco le principali vittime del commercio illegale di animali.
Strappati a forza dalle loro case e dalle loro famiglie, costretti a viaggi disumani o fatti a pezzi sul luogo. Questo il destino che ogni anno milioni di animali sono costretti a subire, vittime silenziose del traffico illegale di animali selvatici. Questo aberrante commercio rappresenta una delle principali cause di perdita di biodiversità nel mondo ed è, per giro d’affari, il quarto mercato più redditizio per la criminalità organizzata, dopo la droga, la contraffazione e il traffico di esseri umani. Le vittime di questo crimine possono essere uccise per prelevarne parti destinate a diventare medicinali, manufatti o capi di abbigliamento, oppure essere ridotte in schiavitù per diventare “animali da compagnia”. Non sapremmo decidere quale delle sorti sia la peggiore.
Il pangolino è il mammifero più comune nel commercio internazionale. Secondo un rapporto dell’ente per la protezione della fauna selvatica cinese, realizzato in collaborazione con un team di ricercatori inglesi, ogni anno oltre 10mila esemplari vengono introdotti illegalmente in Cina dal Sud-est Asiatico. Il contrabbando di pangolini non è che l’ultimo esempio della crescente domanda cinese di fauna selvatica illegale. Le squame di questo animale vengono impiegate nella medicina tradizionale cinese e la carne viene consumata nei ristoranti.
Forse la vittima per eccellenza del bracconaggio, questi enormi erbivori vengono macellati a causa delle loro preziose zanne. Tra il 2010 e il 2012 oltre 100mila elefanti sono stati abbattuti. Negli ultimi anni, grazie a misure più efficaci, il bracconaggio è lievemente diminuito ma anche il tasso della natività tra gli elefanti è in calo, e il numero di esemplari uccisi supera quello dei nascituri, mettendo a serio rischio la sopravvivenza degli elefanti in Africa.
Come l’elefante il rinoceronte è seriamente minacciato “per colpa” di una parte del suo corpo, il corno, nella fattispecie, che ha raggiunto cifre esorbitanti sul mercato nero, 90mila dollari al chilogrammo. Queste antiche creature, relitto della megafauna che popolava un tempo le pianure dell’Eurasia, vengono perseguitate per pura ignoranza. Infatti il corno, impiegato nella medicina tradizionale cinese, è composto di cheratina, la stessa sostanza delle nostre unghie, e non ha alcuna proprietà taumaturgica. Nel 1970 in Africa vivevano oltre 70mila rinoceronti, oggi sopravvivono circa 20mila esemplari di rinoceronte bianco e poco meno di 5mila rinoceronti neri.
Da secoli le tartarughe marine vengono cacciate per il loro carapace, utilizzato per fabbricare monili e altri oggetti, e per la loro carne, impiegata per fini alimentari e terapeutici. Attualmente tutte e sette le specie di tartaruga esistenti sono a rischio estinzione. Tra le minacce cui questi rettili preistorici devono far fronte c’è anche il commercio illegale di uova che ha portato al crescente saccheggio dei nidi.
L’uomo non ha pietà e non riesce a provare empatia neppure per le creature più simili a lui, sono infatti numerose le specie di primati in pericolo a causa del commercio illegale di animali. Tra questi c’è il lori lento, piccolo primate notturno originario del Sud-est Asiatico. Nonostante siano protetti dalla Convenzione Cites che regolamenta il traffico internazionale di specie protette, è in costante aumento la richiesta di lori lenti come animali domestici. Anche le scimmie antropomorfe sono coinvolte in questa moderna tratta degli schiavi, cuccioli di gorilla, scimpanzé, bonobo e orango sono infatti molto preziosi sul mercato nero.
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