
Scoperto un nuovo albero tropicale nella foresta Ebo, in Camerun, che Leonardo DiCaprio ha contribuito a proteggere. Per questo gli scienziati glielo hanno dedicato.
La desertificazione implica il degrado del suolo che si riflette sull’ecosistema e sulle condizioni di vita umana mettendo ulteriormente a rischio la sicurezza alimentare.
Immaginate un terreno coperto di vegetazione, talvolta perfino foreste, che lentamente si inaridisce, lasciando spazio ad un infertile deserto. Mentre i boschi di tutto il pianeta si stanno riducendo i deserti sono in continua espansione, ogni anno circa sei milioni di ettari di terreno subiscono il processo di desertificazione.
Questo fenomeno è principalmente dovuto ad attività antropiche come la deforestazione e la distruzione della biodiversità vegetale per fare posto ai pascoli per il bestiame, le coltivazioni intensive e la gestione scorretta delle risorse idriche. La desertificazione rappresenta una delle minacce più gravi cui l’intero pianeta deve far fronte, dal cibo che mangiamo, ai vestiti che indossiamo, fino alle case in cui viviamo, tutto deriva dalle risorse del territorio, in grave pericolo a causa del degrado del suolo.
Il problema è particolarmente grave in alcune zone del mondo, come il continente africano, ma coinvolge direttamente anche l’Occidente. Secondo gli studiosi entro il 2020, a causa della desertificazione, circa 60 milioni di persone migreranno dall’Africa subsahariana verso l’Africa settentrionale e l’Europa. Il 17 giugno si celebra la Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione istituita dalle Nazioni Unite nel 1994. L’obiettivo della giornata è quello di porre in primo piano il problema della desertificazione, per intensificare gli sforzi per contrastare gli effetti della siccità e per promuovere l’attuazione della convenzione delle Nazioni Unite contro la desertificazione (Unccd).
L’edizione della giornata del 2017, il cui slogan è Degrado del suolo e migrazione, mira a esaminare l’importante legame tra il degrado del suolo e i fenomeni migratori. Lo sfacelo ambientale, unito all’insicurezza alimentare e alla povertà, rappresenta una delle principali cause di migrazione. In soli 15 anni il numero dei migranti in tutto il mondo è passato dai 173 milioni registrati nel 2000 ai 244 milioni del 2015. La celebrazione vuole infine ricordare l’importanza delle comunità locali che possono adottare pratiche sostenibili di gestione del suolo, salvaguardando il proprio ambiente e contrastando la desertificazione.
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