Ogm

Gli Ogm e la fame nel mondo: un viaggio tra Golden Rice e distribuzione equa delle risorse.

Calcolando che il 21% delle coltivazioni destinate ai mangimi animali proviene dal Sud del mondo, che un terzo dei cereali coltivati nei paesi poveri, anziché sfamare la gente, sfama gli animali che daranno carne ai paesi ricchi, e che una distribuzione equa delle risorse alimentari porterebbe cibo là dove si soffre e si muore per

Ogm

Calcolando che il 21% delle coltivazioni destinate ai mangimi
animali proviene dal Sud del mondo, che un terzo dei cereali
coltivati nei paesi poveri, anziché sfamare la gente, sfama
gli animali che daranno carne ai paesi ricchi, e che una
distribuzione equa delle risorse alimentari porterebbe cibo
là dove si soffre e si muore per fame, verrebbe da pensare
che forse la soluzione della fame nel mondo non è
così impossibile da realizzare. Perdipiù senza Ogm.
Andiamo a scovare cosa dicono degli aiuti umanitari Ogm gli
studiosi. Secondo uno studio dell’Università del Sassex, le
biotecnologie sono destinate a fallire in un continente come
l’Africa, perché ?non offrono soluzione ai fenomeni di
corruzione, abbassamento dei prezzi, disparità dei terreni
coltivabili, differenze di reddito e conflitti armati, le vere
cause della disastrosa situazione africana?.

Vediamo cosa succede in India, dove il cotone Ogm ? anche se
non si mangia ? alimenta la speranza dei contadini di produrre di
più e guadagnare di conseguenza.
E si scopre che dei 1550 kg di resa per acro promessi dalla
multinazionale proprietaria dei semi, non c?è traccia: i
contadini indiani riescono a ottenere in media 200 kg di cotone per
acro. Circa l?85% in meno di quello che è stato loro
promesso! Ma le sementi Ogm, ormai, sono state piantate, e gli
agricoltori le devono pagare. E per pagare, i contadini, stremati
dall?esiguità dei raccolti (di gran lunga inferiori a quelli
del cotone tradizionale) ?tirano ulteriormente la cinghia?. Molti,
denuncia la Shiva, sono arrivati a suicidarsi. Sembra che in India,
gli Ogm, la fame, più che altro l?abbiano portata, e non
eliminata.

E arriviamo al Golden Rice, il fiore all?occhiello del
?buonbiotech?, il riso che – qualcuno ha detto – elimina la
cecità.
Il Golde Rice, in effetti è stato arricchito con
betacarotene, il precursore della vitamina A. E la carenza di
vitamina A è una delle cause di cecità tra le
popolazioni malnutrite. Tecnicamente però, per assicurarsi
il fabbisogno giornaliero di vitamina A, bisognerebbe che un essere
umano mangi 9 kg di Golden Rice (cotto) al giorno (3,6 kg crudo).
Ammettendo che si riesca a mangiare quotidianamente una simile
quantità di riso, i nutrizionisti fanno notare che
l?assorbimento e il trasporto del betacarotene hanno bisogno di una
dieta equilibrata, con riserve proteiche e lipidiche appropriate.
La dieta povera, sbilanciata e carente di nutrienti, quella che
identifica la malnutrizione, non lascia molte chance di fare del
bene al Golden Rice. Ma dal punto di vista commerciale, è
importante per le multinazionali biotech.
Nei paesi poveri, inoltre, gli organismi geneticamente modificati
rappresentano una minaccia per la biodiversità locale,
ricchissima di varietà, perché la contaminazione Ogm
(considerata dai ricercatori inevitabile) può portare alla
scomparsa delle varietà naturali. La stessa coltivazione in
campo ha dimostrato di avere un forte impatto negativo per il
terreno, perché ne impoverisce pesantemente la
fertilità (è il caso del mais Bt). Lo sanno bene i
rappresentanti dei sei paesi africani che nel 2002 sono arrivati a
rifiutare, in piena carestia, gli aiuti umanitari Ogm gentilmente
offerti dagli americani.

L?accesso alla terra e alle sue risorse, l?accesso al credito,
al mercato, e la pace continuano a restare l?unica vera soluzione
alla fame nel mondo. Gli Ogm, e i loro brevetti, hanno la logica
opposta: quella di aumentare la dipendenza dei paesi poveri da
quelli ricchi. Il tipo di dipendenza che va a braccetto con la
fame.

Paola
Magni

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