
Il traffico aereo è responsabile del 2,4% delle emissioni di CO2, il che rende urgente l’avvio di azioni concrete da parte del settore per limitare l’impatto dei voli. L’esempio virtuoso di Air Dolomiti.
La guerra climatica? Un rapporto dell’Office of Net Assessment afferma che nel mondo i cambiamenti climatici potrebbero portare a milioni di morti
“C’è un presidente che sostiene che il riscaldamento globale è una stupidaggine, e dall’altra parte c’è il Pentagono che si prepara per la guerra climatica. È terribile che il presidente ignori il suo stesso governo su questo tema”. Rob Gueterbock, di Greenpeace, mette a fuoco un problema rovente.
Un rapporto dell’Office of Net Assessment del Pentagono, segreto ma scoperto e pubblicato dal “The Observer”, afferma che nel mondo i cambiamenti climatici potrebbero portare a milioni di morti per conflitti, povertà ed eventi catastrofici: un imminente scenario di cambiamenti del clima è “plausibile e potrebbe compromettere la sicurezza degli Stati Uniti in un modo che va considerato da subito”.
A fine gennaio un simile allarme è stato dato da Steve Lonergan, direttore della sezione Allarmi e valutazioni di rischio dell’UNEP (il Programma Ambientale dell’ONU). E’ stato avviato uno studio mondiale sul nesso tra ambiente e guerra. Inquinamento, inondazioni, tempeste, desertificazione e innalzamento dei mari – l’effetto serra – innescano conflitti fra gruppi umani, in competizione per risorse sempre più scarse. “Con il cambiamento climatico – aveva dichiarato Lonergan – ci aspettiamo sempre più eventi estremi. Il riscaldamento globale causerà instabilità a livello mondiale, costringendo popolazioni a migrare verso altre aree, causando tensioni e conflitti”
“Già oggi la mancanza d’acqua è una causa sotterranea di conflitto tra Siria e Israele, e tra Israele e i Palestinesi. E problemi ambientali sono fattori d’ attriti politici in molte nazioni, dalla Repubblica democratica del Congo a Haiti”.
Problemi che non riguardano solo l’uomo. Sono a rischio un quarto di tutte le specie di piante e animali sulla Terra, secondo lo studio pubblicato su Nature a gennaio. Dalle farfalle australiane alle aquile spagnole, più di un milione di specie rischiano di estinguersi, secondo Chris Thomas, professore di Biologia della conservazione alla University of Leeds. E’ autore di questa che è la più grande indagine a livello mondiale, condotta su più di mille specie tra Sud Africa, Brasile, Europa, Australia, Messico e Costa Rica, in proiezione fino al 2050. Le temperature potrebbero innalzarsi a livelli mai registrati in 30 milioni di anni entro la fine del secolo. Conclusione: “Il cambiamento climatico è il più grande, nuovo rischio di estinzione di massa”.
Mentre il Pentagono, con un dossier segreto, l’ONU, gli scienziati, avvertono che i rischi aumentano per tutti, molti governi riducono il loro impegno ambientale. Gli USA ostacolano il protocollo di Kyoto e tutte le politiche per il taglio delle emissioni, la Russia tentenna e inquina, e in Italia, come in altri Paesi europei, si registra un aumento di milioni di tonnellate di CO2 prodotte dall’industria e dai trasporti.
“Paradossale” (dal Devoto-Oli): “in apparente o reale contrasto con il comune modo di pensare o con le più elementari norme del buon senso, e quindi inaccettabile sul piano logico, pratico, morale”
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