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Caldo e naturale, il parquet arreda la casa anche da solo. Sceglierlo bello e sostenibile, però, a volte è proprio un’impresa! Ecco qualche suggerimento
La scelta del parquet è una delle più difficili per una coppia che ristruttura casa: a meno che non si abbiano gusti perfettamente identici, si incorre sempre in discussioni e mediazioni perché c’è chi lo vuole più rosso, chi più marrone, chi lo vuole lucido uniforme e chi lo preferisce irregolare coi nodi e poi bisogna scegliere tra la plancia stretta e la plancia larga, tra legni europei e legni esotici… C’è però un elemento che dovrebbe mettere tutti d’accordo: l’attenzione all’ecologia.
Ecco qualche dritta per individuare i parquet migliori.
L’associazione ha stilato una lista di aziende che hanno compilato volontariamente un questionario sui propri prodotti (talvolta evitando di rispondere ad alcune domande). Non si trovano ovviamente tutte le ditte del settore; per molte di esse, tuttavia, si può verificare se sono certificate, quali legni utilizzano per i propri parquet, quali sono le essenze più ecologiche. Il link a cui fare riferimento è questo.
Le certificazioni che riguardano i legni sono FSC e PEFC e garantiscono la provenienza da foreste gestite in maniera sostenibile, con ripiantumazioni periodiche. Chiedetele sempre. Se una azienda ha la coscienza a posto, infatti, non avrà alcun problema a mostrarvele, a dirvi dove sono stati tagliati i legni, da quale foresta, a quale lavorazione sono stati sottoposti e addirittura se le colle che pensano di utilizzare per la posa del parquet sono a bassa emissione di Voc (ossia composti organici volatili inquinanti). Generalmente, se un produttore rispetta le norme ambientali, espone la certificazione in ufficio, si dimostra competente nel rispondere alle vostre domande e non inizia a tergiversare.
Sembrerà strano dirlo, ma anche per il parquet esiste il km zero… o quasi. I legni europei, per essere importati in Italia, fanno sicuramente meno strada di quelli cinesi o siberiani, quindi in fase di trasporto producono meno CO2. Le foreste, inoltre, devono essere gestite secondo le norme ambientali comunitarie, per cui è più facile che si tratti di legni certificati. Tra le essenze europee da preferire, la migliore è sicuramente il rovere: è versatile, è attualmente molto disponibile, viene realizzato in diversi colori e forme delle plance, è ecologico perché proviene da foreste gestite in modo responsabile e sostenibile (ad esempio, quelle della Slavonia).
Dipende dal gusto personale, anche perché varia la grandezza della plancia, che per l’incollato è più piccola. Certo, flottante prevede un utilizzo minimo di colla (giusto tra gli incastri), per cui siete a minor “rischio Voc”, e non richiede di trattare il pavimento sottostante (se per esempio avete un bel marmo liscio, deve essere trattato perché deve diventare ruvido per favorire la posa della colla). Oggi però esistono colle a bassissima emissione di Voc, quindi la scelta dipende solo dal gusto. Se si opta per il flottante, meglio utilizzare il tappetino in sughero: coibenta meglio. La pecca: le assi potrebbero fare un po’ di rumore e per questo molti fornitori suggeriscono la posa incollata, che dà maggior stabilità.
Altra banalità che è importante ricordare. Un prezzo troppo basso può significare legni di bassa qualità, oppure plance con una parte nobile troppo poco spessa (questo vale soprattutto se è vostra intenzione far poi lamare il parquet. Se vi interessa, chiedete al fornitore se è possibile farlo), oppure con certificazioni finte, non soggetti a particolari controlli. Il rovere certificato, per esempio, si può trovare ad un ottimo rapporto qualità-prezzo, basta impegnarsi a cercare!
Ultima dritta: ricordatevi di posare il parquet solo alla fine dei lavori di ristrutturazione. È un suggerimento accorto che proverrà anche dall’impresa che vi ristruttura casa. Sarebbe un peccato rovinare il pavimento in legno appena posato perché dovete ancora montare gli infissi o rompere i tubi del bagno.
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