Gaza. Guterres usa per la prima volta l’art. 99 della Carta Onu per chiedere il cessate il fuoco

Dopo numerosi appelli per il cessate il fuoco, Guterres ha intrapreso le vie formali per mettere più pressione sul Consiglio di Sicurezza sulla tragedia a Gaza.

  • L’articolo 99 serve per richiamare l’attenzione del Consiglio di Sicurezza Onu su minacce alla pace e alla sicurezza.
  • Finora Guterres non aveva mai invocato l’articolo ma ora non c’è più tempo da perdere per un cessate il fuoco.
  • Il responsabile della politica estera dell’Ue, Josep Borrell, ha appoggiato la decisione di Guterres.

Il segretario generale dell’Onu, António Guterres, non aveva mai preso fino a ora una posizione così netta. Di fronte al massacro in corso a Gaza, per la prima volta nel suo mandato, iniziato nel 2017, Guterres ha fatto ricorso all’articolo 99 della Carta delle Nazioni Unite per arrivare a un cessate il fuoco. Si tratta dello strumento diplomatico più forte a sua disposizione, con cui il segretario di fatto mette in allerta il Consiglio di Sicurezza su situazioni che possono minacciare la pace e della sicurezza internazionale, spronandolo a intervenire. Una decisione che è stata applaudita anche dal responsabile della politica estera dell’Ue, Josep Borrell.

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Bombe israeliane su Gaza © JACK GUEZ/AFP via Getty Images

La prima volta di Guterres

Da qualche giorno l’offensiva israeliana si è spostata nel sud della Striscia di Gaza. Dopo i bombardamenti sul nord e il cessate il fuoco di una settimana, le operazioni si stanno ora concentrando su Khan Yunis, la principale città meridionale, proprio lì dove avevano trovato rifugio le persone sfollate dal nord. 

Il conteggio dei morti sotto i bombardamenti israeliani è ripreso dopo qualche giorno di pausa, sfondando quota 16mila. 1,8 milioni di palestinesi, di fatto quasi tutta la popolazione della Striscia di Gaza ora concentrata a sud, non ha più dove scappare. E questo nuovo fronte della guerra, quella che di fatto è un’invasione totale, rischia di avere conseguenze ancora più drammatiche per i civili dal punto di vista umanitario, mentre i bombardamenti sul nord hanno superato quelli delle potenze alleate su alcune città come la Germania nazista durante la Seconda guerra mondiale.

Non è un caso che a sei anni dall’inizio del suo mandato, il segretario generale dell’Onu, António Guterres, abbia fatto ricorso per la prima volta all’articolo 99 della Carta delle Nazioni Unite. “Il Segretario Generale può richiamare l’attenzione del Consiglio di Sicurezza su qualunque questione che, a suo avviso, possa minacciare il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale”, recita il dispositivo. Si tratta dello strumento diplomatico più forte nelle mani di Guterres, che finora aveva lanciato numerosi appelli per il cessate il fuoco, senza mai intraprendere le vie formali.

Cessate il fuoco vincolante

Il Consiglio di Sicurezza è l’unico organo delle Nazioni Unite che può prendere decisioni vincolanti, a cui i membri dell’organizzazione sono obbligati ad attenersi. Finora erano arrivate risoluzioni per il cessate il fuoco a Gaza, ma dall’Assemblea generale, che ha solo potere indicativo e può dunque dettare delle linee d’azione, senza che il loro non rispetto comportino sanzioni.

Ora Guterres ha deciso di aumentare la pressione sul Consiglio di Sicurezza, perché si arrivi a un’imposizione del cessate il fuoco vincolante. Nella lettera d’appello all’articolo 99, Guterres sottolinea che i due mesi di conflitto “hanno creato spaventose sofferenze umane, distruzione fisica e traumi collettivi in Israele e nei territori palestinesi occupati”, con ospedali trasformati in campi da battaglia e civili che non hanno più i mezzi per sopravvivere. 

L’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, ha appoggiato la decisione di Guterres di ricorrere all’articolo 99 e ha invitato gli stati Ue che siedono al Consiglio di Sicurezza a sostenerla. In ogni caso, è difficile che l’organo dell’Onu prenda una decisione vincolante sul cessate il fuoco, visto il potere di veto che hanno al suo interno stretti alleati di Israele come gli Stati Uniti.

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