
Persone con disabilità, disturbi neurologici, appartenenti alla terza età, detenuti. La danza può diventare per tutti l’arte della condivisione. Un dono di questi tempi.
La giornata dell’Onu rimarca l’importanza della Dichiarazione universale dei diritti umani celebrando e promuovendo tali diritti.
Non importa che tu sia uomo, donna o bambino, che tu parli cinese o tedesco, che la tua pelle sia color dell’ebano o bianca come la neve, hai dei diritti inalienabili e come tutti gli esseri umani “nasci libero ed eguale in dignità e diritti”. O almeno in teoria, visto che tali diritti vengono quotidianamente calpestati in tutto il mondo, sono molti infatti i paesi in conflitto nei quali la popolazione civile viene privata dei più elementari diritti. Tali violazioni non mancano neppure all’interno dei confini nazionali, in Italia troviamo infatti ingiustizie rivolte ad alcune fasce di popolazione e verso gli immigrati.
Il 10 dicembre 1948, a Parigi, l’assemblea generale delle Nazioni Unite proclamò la Dichiarazione universale dei diritti umani. Il 10 dicembre è pertanto la data scelta dall’Onu per celebrare la Giornata mondiale dei diritti umani, istituita nel 1950.
La Dichiarazione universale è composta da trenta articoli che sanciscono diritti ripartiti in civili, politici, economici, sociali e culturali e che vanno dal divieto di tortura e di condizioni degradanti nelle carceri, al diritto ad un equo processo e alla presunzione di non colpevolezza, fino al diritto di cittadinanza e di libera circolazione delle persone.
L’obiettivo della giornata è quello di diffondere il messaggio di uguaglianza contenuto nella Dichiarazione universale dei diritti umani celebrando tali diritti ed educando governi e persone a rispettarli. Eppure oggi quest’obiettivo sembra davvero lontano: l’instabilità internazionale, esacerbata dalla decisione di Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele, e il trattamento che molte nazioni riservano ai migranti danno l’impressione che i diritti umani siano stati derubricati a mero orpello, non più caposaldo intorno cui costruire la società.
In fondo tutte le persone, anzi più precisamente tutte le creature viventi, a qualsiasi specie appartengano, catapultate volenti o nolenti su questa palla di pietra che ruota nello spazio che chiamiamo Terra, desiderano solo essere libere e felici, assicurando una discendenza alla propria specie.
Persone con disabilità, disturbi neurologici, appartenenti alla terza età, detenuti. La danza può diventare per tutti l’arte della condivisione. Un dono di questi tempi.
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