
Secondo il primo studio a indagare le cause del crollo della Marmolada, costato la vita 11 persone, l’evento è dovuto in gran parte alle alte temperature.
Un nuovo studio, che ha preso in esame le maree di tutto il mondo, sostiene che negli ultimi 20 anni il livello delle acque stia crescendo sempre più rapidamente.
Il cambiamento climatico è una delle principali sfide del nostro tempo, l’aumento delle temperature, correlato alle emissioni di gas serra, provoca una serie di impatti negativi sul nostro pianeta. Uno dei più preoccupanti è l’innalzamento del livello dei mari e degli oceani.
Il problema potrebbe essere anche più urgente di quanto si pensasse, lo afferma un nuovo studio condotto da ricercatori dell’università di Harvard e pubblicato sulla rivista Nature. Negli ultimi due decenni il livello delle acque è cresciuto più rapidamente del previsto e minaccia le coste dalla Florida al Bangladesh.
Lo studio ha analizzato i dati relativi alle maree di tutto il mondo raccolti dal 1901 al 1990 e ha concluso che l’accelerazione è stata maggiore di quanto finora ipotizzato, le osservazioni precedenti sono risultate essere incomplete o distorte. “Dalla nuova analisi emerge che negli ultimi venti anni il livello delle acque è cresciuto del 25 per cento più velocemente di quanto si pensasse”, ha dichiarato Carling Hay, ricercatore di Harvard e principale autore dello studio.
L’innalzamento del livello dei mari, provocato dallo scioglimento dei ghiacciai, aveva una media annuale di 1,2 millimetri tra il 1901 e il 1990, mentre negli ultimi due decenni è aumentato fino a raggiungere i 3 millimetri all’anno. “I nuovi risultati confermano che il livello del mare è in aumento e a ritmi più veloci di quanto siano mai stati registrati”, ha affermato Stefan Rahmstorf, oceanografo del Potsdam Institute for Climate Impact Research.
La crescita delle acque riguarda tutti ma i primi a farne le spese sarebbero chiaramente i paesi che si affacciano su mari e oceani. Le coste, da Miami a Shanghai, sono già rosicchiate dal lento ma inesorabile incedere delle acque. Intere isole e atolli dei mari tropicali rischierebbero di scomparire e le barriere coralline, tra gli ecosistemi più preziosi del pianeta, subirebbero danni irreparabili.
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