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Bisogna fare attenzione al modo in cui il tonno che finisce nelle scatolette viene pescato,.
Perché il tonno non è tutto
uguale?
Bisogna fare attenzione al modo in cui il tonno che finisce nelle
scatolette viene pescato, considerando da che oceano proviene e di
che specie si tratta. Sulle scatolette, tra gli ingredienti,
purtroppo si legge solitamente la generica scritta “tonno”. Ma
esistono ben 23 stock di tonno sfruttati commercialmente, e molti
di questi si trovano in condizioni di crisi.
Quando viene apposto il marchio “dolphin
safe”?
Quando le catture sono state effettuate facendo attenzione a non
intrappolare nelle reti anche i delfini. Questo è l’esempio
che quando le industrie vogliono veramente cambiare, è
possibile.
In pratica, che tonno possiamo scegliere?
Nessuno dei marchi presenti in commercio è, a nostro parere,
totalmente sostenibile. Un tonno lo è quando proviene da
stock che non presentano segni di crisi e viene pescato con i
metodi più sostenibili, come ad esempio amo e lenza.
Purtroppo ben poco del tonno che finisce nelle scatolette è
di questo tipo. Bisogna comunque ammettere che ci sono differenze
significative tra i vari prodotti: ad esempio ASdoMAR, che si trova
ora in cima alla nostra classifica, da un lato sta facendo lo
sforzo per utilizzare in parte dei propri prodotti il tonnetto
striato, che è una specie non è in crisi, ma
soprattutto ha iniziato ad adottare dei principi in base ai quali
cerca di arrecare i minori danni sull’ambiente marino.
La tabella Greenpeace raccoglie in fascia “verde” i marchi
totalmente sostenibili, in fascia “arancio” quelli sulla buona
strada e in fascia “rossa” i marchi che hanno ancora tutto da fare.
Rispetto alla precedente tabella, ASdoMAR passa in cima alla
classifica e Callipo passa in fascia arancio perché ha
sviluppato una politica per l’approvvigionamento sostenibile. Anche
Esselunga inizia ad adottare dei criteri per cercare di diminuire
l’impatto che la pesca al tonno ha sull’ambiente, salendo di alcune
posizioni, seguita da Castiglione. Consorcio apre al dialogo,
lasciando il fondo della classifica. Passi avanti anche tra i
più grandi: Bolton che, con il marchio Riomare copre
più del 30% del mercato, si è impegnata formalmente a
predisporre prima della fine dell’anno una politica di
sostenibilità. Nostromo invece, secondo marchio più
venduto in Italia, rimane sul fondo della classifica, insieme a
tonno Mare Aperto della Star, non avendo fatto alcun passo
avanti.
La strada per arrivare ad avere sul mercato un prodotto
totalmente sostenibile è però ancora lunga: dei 14
marchi in classifica ben 10 continuano a rimanere “in rosso”, e
nessuno raggiunge la fascia “verde”.
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