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Il cerchio di Annibale
Da un paese a 39 km da Aosta, proseguendo verso il piccolo San Bernardo, si incontra un cromlech, uno dei rari cerchi megalitici presenti in Italia.
Il cosiddetto “Cerchio di Annibale”, erroneamente attribuito al
condottiero punico è composto da una curiosa disposizione
circolare di massi , tagliata dalla strada al km 13,2 dal paese. I
megaliti di origine preceltica sono classificabili in tre
tipologie: il menhir è un pilastro, ricetrasmettitore di
forze con polarità maschile. Il dolmen, femminile, è
un corridoio di lastroni di pietra, quindi un luogo oscuro,
coperto, assimilabile all’energia femminile della madre e alla
germinazione della nuova vita che avviene dentro di lei. Infine, il
cromlech una una struttura circolare di pietre, con funzioni
cultuali di tempio all’aperto e al contempo di osservatorio
astronomico: infatti, in determinate date dell’anno, il sole sorge
o tramonta al di sopra o in mezzo a determinate pietre, orientate
in una direzione precisa in linea con le costellazioni.
Nel caso del cromlech della Thuile, questa ipotesi sarebbe
confermata dalla presenza di una pietra molto più grande
delle altre all’interno del cerchio, utilizzata come punto di
riferimento per segnare la direzione del sole al solstizio
d’estate.
Databile attorno all’età del bronzo, esso è
costituito di 46 massi appuntiti disposti lungo un’ellisse dalle
misure emblematiche (84×72 metri, entrambi multipli del simbolico e
sacrale numero 12).
Nelle vicinanze del cromlech, a circa 2500 m di altezza sorge una
colonna di pietra, anticamente chiamata colonna di Giove. Alta 4
metri, oggi porta in cima la statua di San Bernardo di Mentone,
arcivescovo di Aosta. Un tempo al posto della statua c’era una
pietra rossa, l’Escarboucle o occhio di Giove, testimone
dell’antico culto del dio Penn diffuso in quelle montagne (Penn
è una sorta di Giove montano da cui deriverebbe il nome di
Alpi Pennine). La leggenda racconta che la pietra, visibile anche a
grandissima distanza, spaventava i valligiani ormai cristianizzati
che la identificavano coll’occhio rosso del demonio. Al punto che
un giorno domandarono a San Bernardo, da allora eretto sul pilastro
come protettore del luogo , di sconfiggere le forze infernali,
distruggendo anche la pietra rossa.
Per informazioni: 0165/884179
Laura Tuan
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