Ilaria Salis portata in aula, in catene. Rischia una condanna fino a 24 anni di carcere

Ilaria Salis si è presentata davanti alla corte ungherese in catene. Il governo italiano ha condannato il trattamento. La prossima udienza è stata fissata il 24 maggio.

  • L’accusa della procura ungherese ha chiesto 11 anni di reclusione per Ilaria Salis.
  • La donna 39enne è stata portata in tribunale con mani e piedi legati.
  • A Roma è stato organizzato un sit-in di protesta e il padre Roberto accusa l’ambasciata di inerzia.

Choc e orrore hanno pervaso il tribunale di Budapest durante la prima udienza del processo di Ilaria Salis, la 39enne milanese detenuta in Ungheria da quasi un anno. La donna è stata portata in aula con le manette attaccate a un cinturone, a sua volta collegato da una catena che si estendeva fino ai piedi, trattenuta da una guardia con un’altra catena di ferro. Questa scena agghiacciante ha provocato reazioni di sgomento tra gli astanti, inclusi gli avvocati che ne erano all’oscuro.

Salis è rimasta legata così per tre ore e mezza, una condizione che che Eugenio Losco, uno dei legali della donna, ha commentato così all’Ansa: “È stato scioccante, una immagine pazzesca. Ci aveva detto che veniva sempre trasferita in queste condizioni, ma vederla ci ha fatto davvero impressione”.

Ilaria Salis, che è considerata l’imputata principale, si è dichiarata non colpevole. La procura ungherese sostiene che Salis abbia “partecipato a più aggressioni causando lesioni corporali aggravate”, continua l’Ansa, e per questo ha chiesto 11 anni di carcere alla luce della presunta pericolosità degli atti compiuti. Ma secondo i suoi avvocati, la pena massima per i reati contestati è di 24 anni. Salis aveva già rifiutato una proposta di patteggiamento a 11 anni di carcere, sostenendo di non aver partecipato alle aggressioni.

Ilaria Salis, prossima udienza: 24 maggio

Ilaria Salis è accusata di aver aggredito due neonazisti a Budapest, tra il 9 e il 12 febbraio del 2023, nei giorni in cui migliaia di persone da tutta Europa hanno partecipato in Ungheria al “Giorno dell’onore” (Tag der Ehre), una commemorazione in cui si ricorda il respingimento dell’Armata Rossa da parte dei nazisti nel 1945.

Insieme a lei, sono stati incriminati due militanti antifascisti tedeschi, un uomo e una donna. Nel corso della prima udienza, solo l’uomo è stato condannato in primo grado, a tre anni di reclusione, poiché non ha contestato quanto scritto su di lui nell’atto di accusa e ha ammesso la sua colpevolezza. Il suo caso proseguirà in seconda istanza, poiché l’ufficio del pubblico ministero ha presentato un appello per aumentare la pena dell’imputato e la sua difesa ha presentato un appello per ridurla.

Invece l’udienza di Salis e della donna tedesca è stata aggiornata al 24 maggio 2024: il procedimento del tribunale di primo grado continuerà e saranno presentate prove dettagliate da parte della difesa degli imputati. Anche il quel caso non sarà ancora emessa la sentenza.

Il padre di Ilaria Salis: “L’ambasciata sapeva”

Intanto, Ilaria Salis continua a essere trattenuta nelle carceri ungheresi, da dove non le era stato permesso mettersi in contatto con la famiglia nei primi mesi di detenzione. Le sue condizioni in carcere sono state giudicate da diversi fonti (e da lei stessa) “disumane”, con presenza di topi, scarafaggi e cimici che le hanno provocato anche reazioni allergiche. Inoltre, le è stata negata l’assistenza medica di base, inclusa la mancanza di carta igienica, saponi, assorbenti.

La denuncia delle condizioni di detenzione è partita dal padre Roberto, che ha espresso la sua indignazione: “Mia figlia viene trattata come un animale e i politici, il governo e i giornali fanno finta di non vedere”. Ha anche accusato l’ambasciata italiana in Ungheria di essere a conoscenza di queste pratiche ma di non essere stato informato: “Credo che l’ambasciata italiana abbia partecipato ad almeno quattro udienze in cui mia figlia è stata portata in queste condizioni davanti al giudice”.

Il padre ha annunciato un incontro con l’ambasciatore italiano in Ungheria, esprimendo la speranza che ciò porti ad azioni concrete, sottolineando sarcasticamente: “Questa è la prima volta che ho il piacere di parlare con l’ambasciatore. Evidentemente in questi 11 mesi ha avuto impegni molto più gravosi che occuparsi di mia figlia”.

Intanto, l’avvocato ungherese che difende Salis, Magyar György, ha dichiarato a LifeGate che “lo stato di salute e mentale di Ilaria può essere considerato accettabile, date le circostanze. Ilaria è molto forte mentalmente, ma la detenzione la mette a dura prova, soprattutto per quanto riguarda le sue difficoltà linguistiche”.

Governo e Commissione europea si muovono

Nonostante i numerosi solleciti da parte del padre di Ilaria, le istituzioni italiane non si sono mai mosse. Ma ora le immagini di Ilaria Salis legata come un animale in un’aula di tribunale hanno obbligato la politica a intervenire. Così, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha condannato il trattamento subito da Salis definendolo una “violazione delle norme comunitarie” e “non in sintonia con la nostra civiltà giuridica”. Ha infine sottolineato la necessità che gli avvocati chiedano gli arresti domiciliari in Italia.

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha invece dichiarato che il governo italiano sta attivandosi attraverso canali diplomatici per migliorare le condizioni di detenzione di Salis. Il padre ha aggiunto che l’ambasciata italiana aveva evidenza di queste condizioni da mesi, sollevando interrogativi sulla loro inerzia.

Il caso ha suscitato indignazione anche a livello europeo, con il commissario alla Giustizia Didier Reynders, il quale ha detto che la Commissione europea è pronta ad aiutare nel contesto dei contatti bilaterali tra Italia e Ungheria. Nel frattempo, la famiglia di Ilaria Salis e sostenitori hanno organizzato un sit-in davanti all’ambasciata ungherese a Roma per chiedere il ritorno della donna in Italia.

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