IPCC, capitolo III ? Vertice a Bangkok

Dopo Parigi e Bruxelles, ecco l’ultimo capitolo del rapporto sui cambiamenti climatici. Si possono fermare? Secondo gli scienziati sì.

Bisogna essere tempestivi. Questo, ancora una volta, sembra
essere il messaggio degli oltre 2000 esperti dell’IPCC
(Intergovernmental Panel on Climate Change), che hanno esposto

l’ultimo capitolo del rapporto sul clima globale

durante il vertice che si è tenuto nella sede ONU di
Bangkok, e che si è concluso venerdì 4 maggio.

Secondo gli studiosi, se si vogliono evitare gli effetti
catastrofici già previsti nei vertici di Parigi e Bruxelles,
la temperatura della Terra non dovrà superare i 2-2.4 gradi
centigradi rispetto al secolo scorso; per farlo, è
necessario ridurre la
concentrazione di CO2
in atmosfera, in modo drastico,
entro i prossimi 20-30 anni.

Si è deciso che il limite massimo di anidride carbonica
nell’aria dovrà essere compreso tra le 445 e le 550 parti
per milione (la concentrazione attuale è di 385 ppm, in
crescita), obiettivo da raggiungere, se possibile, entro il 2015.
Dopo questa data, gli scienziati auspicano una
riduzione graduale della CO2
fino a un 50-85% in meno
rispetto ai livelli del 2000.

Come? Attraverso
l’impiego e lo sviluppo delle nuove tecnologie
e di
politiche volte al risparmio e all?efficienza energetica. Cosa che
costerebbe meno dello 0.12% del PIL mondiale. E che, secondo
l’IPCC, potrebbe addirittura portare notevoli benefici a livello
economico.

E mentre
l’Europa si è dimostrata più che disposta a
collaborare
, non sono mancati i dissensi, soprattutto
da parte di Cina e Stati Uniti, che hanno tentato di mettere in
discussione la validità scientifica del documento.
La prima, rivendicando il diritto di inquinare, e accusando
l’Occidente della situazione attuale. La seconda, sostenendo che i
limiti imposti danneggiano il progresso.

Gli strumenti per difendere il clima, in ogni caso, ci sono.
Riusciremo ad applicarli per tempo?

 

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