
Il club dei giganti si riunisce in Kenya per contrastare il bracconaggio e il traffico d’avorio che mette a rischio la sopravvivenza degli elefanti africani.
Un tribunale keniota ha condannato Feisal Ali Mohamed, responsabile della morte di almeno 120 elefanti.
A causa sua almeno centoventi elefanti sono stati uccisi e fatti a pezzi, ora Feisal Ali Mohamed è stato condannato da un tribunale keniota a venti anni di carcere. L’uomo è stato riconosciuto colpevole della detenzione e del tentativo di vendita di un carico di avorio del valore di oltre 430mila dollari. Il magistrato Diane Mochache ha inoltre stabilito che tutto l’avorio confiscato a Mohamed dovrà essere consegnato al Kenya Wildlife Service entro quattordici giorni e ha inflitto al boss del traffico di avorio una multa di 200mila dollari.
A fare da contraltare alla condanna di Mohamed, l’assoluzione degli altri quattro imputati, Abdul Halim Sadiq, Ghalib Sadiq Kara, Praverz Noor Mohamed e Ibrahim Abdulmajeed, in quanto, secondo il magistrato, “sarebbero stati coinvolti inconsapevolmente nelle operazioni di Mohamed”.
Il futuro degli elefanti africani è appeso a un filo sottilissimo, minacciati dal bracconaggio per le loro preziose zanne d’avorio, ne sopravvivono in natura meno di mezzo milione. Tra il 2010 e il 2012 oltre 100mila elefanti sono stati abbattuti e la popolazione è diminuita del 61 per cento negli ultimi trenta anni. Questo massacro coinvolge anche i ranger che proteggono i pachidermi, uccisi mentre svolgono il loro lavoro, e i proventi del traffico di avorio finanziano il terrorismo contribuendo ad insanguinare l’Africa.
“Il verdetto di colpevolezza di Feisal Ali Mohamed è un forte messaggio a tutte le bande di bracconieri, contrabbandieri d’avorio, intermediari e spedizionieri”, si legge in una nota del Kenya Wildlife Service. Mohamed era ricercato da tempo, l’Interpol lo aveva inserito nella lista di nove sospetti più ricercati legati ai reati contro l’ambiente. L’uomo è stato arrestato nel dicembre del 2014 a Dar es Salaam, in Tanzania.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Il club dei giganti si riunisce in Kenya per contrastare il bracconaggio e il traffico d’avorio che mette a rischio la sopravvivenza degli elefanti africani.
Due femmine adulte e quattro cuccioli di elefante africano sono stati uccisi dai bracconieri nel parco nazionale dello Tsavo.
Tang Yong Jian non ha potuto accampare la scusante dell’ignoranza del divieto sull’avorio, a causa della fortissima risonanza delle campagne anti-bracconaggio.
Siamo stati al seminario organizzato da Rewilding Apennines in Abruzzo per cercare di capire qual è lo stato del rewilding in Italia e quali sono le prospettive future. Ecco cosa è emerso.
Lo ha fatto sapere la Provincia di Trento che ha agggiuno che “da un primo esame esterno della carcassa dell’orsa F36 non è stato possibile avanzare ipotesi sulla causa della morte”.
L’orsa Jj4 e l’orso Mj5 non saranno abbattuti almeno fino al 27 giugno. Lo ha decisio il Tar di Trento, accogliendo le istanze dei gruppi animalisti.
Scoperto un nuovo albero tropicale nella foresta Ebo, in Camerun, che Leonardo DiCaprio ha contribuito a proteggere. Per questo gli scienziati glielo hanno dedicato.
In ripresa il tonno, mentre il drago di Komodo risulta in pericolo a causa dei cambiamenti climatici. Squali e razze a rischio a causa della pesca eccessiva.
Una ricerca dell’Ispra evidenzia come il consumo di suolo rappresenti ormai un’emergenza nazionale: nelle due città persi oltre 4mila ettari in 14 anni.