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Nella pittura e nella miniatura, nelle tele di grandi artisti come nelle anonime trame dei tappeti persiani, l’albero è un simbolo universalmente presente.
Dall’immagine biblica dell’albero della vita alle parole di Alce Nero, il mistico Sioux che lo rappresenta al centro del cerchio del mondo, l’albero costituisce un’immagine universale e archetipica, un simbolo potente che vive e si moltiplica, nello spazio e nel tempo, in un’infinita varietà di forme.
Ma cosa si nasconde dietro un albero, sia quello tutto d’oro che Klimt rappresenta in un quadro famoso, rivestito da un mosaico di forme e di colori a quello che, disseccato, indica la fine della vita in un film di Tarkovskij? L’albero della vita più noto della pittura è probabilmente quello dipinto da Gustav Klimt per Palazzo Stoclet. L’opera è composta da tre pannelli, lunghi circa sette metri, che si fondono per crearne un unico quadro. L’autore rivisita in chiave moderna l’albero della vita, conferendogli un aspetto visionario ma armonioso. Il significato resta però immutato, come espresso da migliaia di artisti prima di lui: l’albero rappresenta la vita e il suo perpetuo rinnovarsi.
Le numerose risonanze che quest’immagine suscita, ruotano fondamentalmente attorno a due caratteristiche che tutto il mondo vegetale, di cui l’albero è simbolo, possiede: da una parte l’essere connesso a due regni, il cielo e la terra, rappresentarne lo scambio e l’intima necessità di completamento, dall’altra, l’immagine di un percorso, inteso come processo di crescita e di evoluzione.
Unendo il cielo alla terra, l’albero si “radica” sia in alto che in basso, affondando come radici i suoi rami nell’etere, congiungendo così il mondo luminoso della coscienza a quello oscuro e sotterraneo dell’inconscio. Nutrendosi sia dell'”immateriale celeste” che del “materiale terrestre”, l’albero permette e nutre la vita fisica sulla terra, dove è indispensabile, ad un livello anche semplicemente biologico, per la cosiddetta funzione di fotosintesi che compie.
Questa vitale mediazione fra mondi opposti, reca con sé l’aspirazione ad un cammino di crescita e di evoluzione: il tenero germoglio che, nutrito da una potenza sacra, diviene albero fino farsi asse del mondo, manifestandosi nel cosmo ed irradiandosi in ogni parte di esso, rappresentazione vivente del centro e della totalità.
Epifania dal sacro che nasce dalla terra o cammino iniziatico dell’anima, queste eterne celebrazioni si uniscono ad un’altra potente risonanza simbolica: attraverso l’immagine dell’albero che continuamente si rinnova e rinasce, prendendo alimento da una sorgente sacra al centro del mondo, l’umanità ha modellato e dato corpo a una delle sue più profonde aspirazioni, la rinascita ed il perenne rinnovarsi della vita, la propria centralità nel cosmo, l’incessante anelito ad un mondo armoniosamente ordinato.
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