La crisi del circo in Italia, i numeri dell’inesorabile declino

Secondo un’indagine condotta dal Censis su iniziativa della Lav, il numero di spettacoli circensi è calato dell’11% negli ultimi 5 anni.

Vedere un animale costretto ad esibirsi in azioni innaturali, in preda a stress e a stereotipie non è divertente, infatti sempre meno persone vanno al circo e questo tipo di “spettacolo”, relitto di un’epoca ormai lontana, è destinato ad estinguersi. La conferma inequivocabile arriva dal rapporto I circhi in Italia pubblicato dal Censis (Centro studi investimenti sociali) su iniziativa della Lav.

Elefante indiano al circo
Lo zoologo tedesco Rietschel, in uno studio del 2002, ha documentato come gli elefanti nei circhi sviluppino problemi alla pelle dovuti alla mancanza di bagni di fango © Sean Gallup/Getty Images

I numeri della crisi del circo

Che i circhi non siano in grado di soddisfare i requisiti minimi per il benessere degli animali, e che anzi la cattività provochi loro restrizioni deleterie per lo sviluppo cognitivo, fisico e il normale sviluppo sociale, è ormai evidente. Il numero di spettatori è in costante declino anche in Italia, ed è calato del 5 per cento, passando da 1.155.182 nel 2010 a 1.096.695 nel 2015. Di conseguenza anche gli spettacoli sono sempre meno, secondo il rapporto del Censis il numero di spettacoli in cinque anni è calato dell’11 per cento, passando da 17.100 a 15.242. Anche i contributi pubblici destinati alle attività circensi attraverso il Fondo unico per lo spettacolo sarebbero calati del 9 per cento.

Circo desolato
Sempre più spettatori, in tutto il mondo, disertano i circhi con animali © Mario Tama/Getty Images

Il circo del futuro

Il circo moderno e contemporaneo non può che essere senza animali e dovrà basarsi esclusivamente sugli artisti umani. L’esempio più famoso di questo tipo di spettacolo è il Cirque du Soleil. “Dobbiamo ragionare su una tradizione che nel nostro paese è radicata, perché gli animali in passato hanno dato vita e forza al circo, ma ora si deve guardare avanti”, ha affermato Giorgio De Rita, segretario generale del Censis.

La scienza contro il circo

Ad osteggiare l’anacronistico circo con animali non sono solo gli animalisti, spesso accusati di avere una visione troppo sentimentale del fenomeno, anche zoologi, etologi e veterinari riconoscono gli effetti deleteri di questi spettacoli sulla fauna. La Federazione europea dei veterinari e la Federazione nazionale ordine veterinari italiani ritengono che è impossibile garantire il benessere  fisiologico, sociale ed etologico degli animali, anzi il circo rappresenta un rischio anche per la salute umana, sia per le possibili aggressioni che per la trasmissione di zoonosi.

Leone in gabbia
Secondo Stephen Harris, professore di scienze biologiche specializzato in mammiferi, non è un singolo fattore a determinare il malessere degli animali nei circhi ma un insieme di cause, “Che si tratti di mancanza di spazio e di esercizio fisico, o la mancanza di contatti sociali, tutti i fattori combinati evidenziano una scarsa qualità della vita rispetto allo stato selvatico” © Dan Kitwood/Getty Images

Serve una riforma

Secondo gli autori dello studio è necessaria una riforma che coinvolga i circhi italiani e aiuti al transizione verso nuovi tipi di spettacolo in grado di attirare e divertire gli spettatori, senza più sfruttare e umiliare gli animali. “Qualora la riforma non venisse approvata, speriamo che questa indagine aiuti comunque a migliorare la legislazione, dando il via a una fase di passaggio nella storia del circo italiano”, ha affermato uno degli autori dell’indagine, Sergio Vistarini del Censis.

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