Cooperazione internazionale

Nave Diciotti, sbarcati tutti i migranti. Il ministro Matteo Salvini indagato per sequestro di persona

I migranti a bordo della nave Diciotti sono stati autorizzati a scendere. Indagato il ministro dell’Interno Matteo Salvini: atti al tribunale dei ministri.

26 agosto – Dopo aver concesso lo sbarco dei minorenni, quindi delle persone che necessitavano di cure mediche (quest’ultimo ordinato non dal governo ma dall’ufficio di Sanità marittima di Catania), anche gli altri 137 migranti presenti sul pattugliatore Diciotti della Guardia Costiera hanno finalmente toccato terra. Dopo cinque giorni passati attraccati al molo di Levante del porto di Catania, a sbloccare la situazione sono state le disponibilità avanzate dalla Chiesa, assieme ai governi di Albania e Irlanda, per accogliere donne, uomini e bambini, in larga parte provenienti dall’Eritrea.

Ivan Maffeis, portavoce della Conferenza episcopale italiana, ha spiegato al quotidiano Avvenire che «la Chiesa italiana garantirà l’accoglienza a un centinaio di migranti. L’accordo con il Viminale è stato raggiunto per porre fine alle sofferenze di queste persone, in mare da giorni». Tirana e Dublino si sono invece impegnate ad accogliere una quarantina di persone in tutto. Per ora, tutti i migranti sono stati portati nell’hot-spot realizzato all’interno dell’ex caserma Gasparro di Messina.

Nel frattempo, lo scontro politico attorno alla vicenda si è inasprito ulteriormente, dopo che la procura di Agrigento ha deciso di iscrivere il ministro dell’Interno Matteo Salvini nel registro degli indagati, assieme al suo capo di gabinetto. Le ipotesi di reato a carico del membro del governo Conte sono gravissime: sequestro di persona, abuso d’ufficio e arresto illegale. Il pubblico ministero che conduce l’inchiesta, Luigi Patronaggio, suppone infatti che aver bloccato così a lungo i migranti sulla Diciotti rappresenti una condotta incompatibile con le leggi in vigore. Prima di indagare il leader della Lega, il magistrato ha ascoltato due alti funzionari del ministero.

Tuttavia, essendo Salvini un ministro – ha spiegato lo stesso Patronaggio, come riferito dall’agenzia Ansa – “al termine dell’attività istruttoria compiuta il fascicolo è stato trasmesso alla competente procura di Palermo per il successivo inoltro al tribunale dei ministri del capoluogo”. Sarà quest’ultimo, dunque, a decidere se archiviare il procedimento o portarlo avanti. In questo secondo caso, però, sarà necessario chiedere un’autorizzazione da parte del Parlamento.

Aggiornamento 23 agosto – Dopo giorni di linea dura, il governo italiano ha autorizzato lo sbarco a terra dei soli minorenni non accompagnati a bordo della nave Diciotti della Guardia Costiera, che sono 27 secondo la ong Save the children. Il ministro dell’Interno ha così accolto una richiesta giunta dalla Procura per i minori del Tribunale di Catania. Ma tutti gli altri migranti, per ora, rimangono sull’imbarcazione ormeggiata nel porto di Catania.

 

L’odissea della nave Diciotti della Guardia Costiera italiana potrebbe non essere finita. L’imbarcazione, rimasta bloccata per cinque giorni al largo di Lampedusa, con 177 migranti a bordo salvati nelle acque nel Mediterraneo, è stata autorizzata dal governo ad entrare nel porto di Catania. L’attracco è avvenuto lunedì 20 agosto poco prima di mezzanotte. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, però, ha fatto sapere che i passeggeri non potranno sbarcare.

Il Viminale: “Migranti altrove, altrimenti niente sbarco”

Se infatti, da un lato, il ministro responsabile dei Trasporti, Danilo Toninelli, aveva annunciato con un tweet l’imminente arrivo in Sicilia della nave, il leader della Lega si è affrettato a sottolineare che la sorte dei migranti è ancora incerta. “Il ministro dell’Interno non ha dato né darà alcuna autorizzazione” allo sbarco, “finché non avrà certezza che i 177 migranti a bordo andranno altrove”, ha spiegato l’agenzia Ansa citando fonti interne al Viminale.

Ad irritare Salvini sono state, probabilmente, anche le scelte dei militari a bordo della Diciotti. Come sottolineato dalla stampa internazionale, infatti, “la Guardia Costiera nella notte tra il 15 e il 16 agosto ha raccolto i migranti alla deriva nel tratto di mare tra Lampedusa e le coste di Malta, senza attendere un’autorizzazione da parte di Roma. E già a luglio aveva ignorato le indicazioni del governo, soccorrendo 450 migranti intrappolati su un peschereccio”.

Matteo Salvini minaccia di rinviare i migranti in Libia

Il ministro dell’Interno ha inoltre accusato le autorità maltesi di aver “accompagnato” l’imbarcazione dei migranti verso le acque italiane. Quindi ha minacciato, se l’Europa non deciderà di aiutare concretamente l’Italia, di “rinviare i migranti in Libia”. Fatto che costituirebbe però un’aperta violazione della Convenzione di Ginevra, che impedisce di ricondurre i migranti in porti non considerati “sicuri”, come appunto quelli della Libia.

Inoltre, in un comunicato il ministero degli Esteri ha fatto sapere di “ufficialmente e formalmente investito della questione la Commissione europea, affinché provveda a individuare una soluzione in linea con i principi di condivisione tra gli Stati membri dell’Unione Europea”. “Un’azione decisa da parte delle istituzioni europee può consentire di superare in modo ordinato e sistemico le difficoltà e rendere strutturale l’approccio di condivisione degli oneri”, ha aggiunto il ministro Enzo Moavero Milanesi.

Guardia Costiera: “Lasciati con il cerino in mano”

Il braccio di ferro tra i paesi membri dell’Unione europea, dunque, continua. E a farne le spese sono i migranti soccorsi e gli stessi soccorritori. Parlando all’emittente Euronews, il responsabile del personale della Guardia Costiera, Antonello Ciavarelli, ha dapprima parlato di “stallo imbarazzante”. Quindi ha sottolineato: “Non è possibile che 40 persone dell’equipaggio debbano rimanere con il cerino in mano e debbano essere poi loro i responsabili della soluzione di problemi che invece sono politici”.

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