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In Australia l’aumento della copertura arborea provocato dall’anidride carbonica sta riducendo le risorse idriche.
Le grandi quantità di anidride carbonica che stiamo immettendo nell’atmosfera e che stanno contribuendo ad alterare il clima globale, hanno concreti effetti su alberi e piante. Per questi organismi infatti l’anidride carbonica gioca un ruolo essenziale nel processo di fotosintesi.
Da un lato la CO2 stimola la crescita degli alberi, dall’altro però aumenta la loro “sete” facendo sì che assorbano più acqua dal terreno sottraendola ai fiumi. In Australia la carenza di acqua è un problema molto serio che rischia di peggiorare con l’aumento delle temperature. Uno studio ha rivelato che il paese ha perso circa un quarto dei suoi torrenti negli ultimi trenta anni, fenomeno aggravato dalla crescente richiesta d’acqua delle piante a causa della crescita stimolata dalla CO2.
La ricerca, condotta da Anna Ukkola, ricercatrice della Macquarie University di Sydney, e pubblicata sulla rivista Nature Climate Change, ha analizzato 190 bacini fluviali australiani, esaminando le immagini satellitari e collegando la scarsità idrica alla crescente copertura arborea provocata dall’aumento dei livelli di biossido di carbonio.
I ricercatori hanno infatti notato che nelle zone più verdi la diminuzione di acqua è maggiore. Nel complesso il processo di inverdimento indotto dalla CO2, aumentata del 14 per cento dal 1980, è responsabile della riduzione del 28 per cento delle acque fluviali.
Dalla ricerca emerge che l’aumento dei livelli di CO2 può avere due effetti opposti sulle risorse idriche. Dipende dalla reazione di piccoli pori, chiamati stomi, sulla superficie delle foglie che consentono alle piante di regolare l’assorbimento di CO2 per la fotosintesi e la perdita di acqua.
Da un lato potrebbe rendere le piante più resistenti e adattabili, di conseguenza necessiterebbero di una minore quantità di acqua per produrre la stessa superficie di vegetazione frondosa. Questo favorirebbe gli agricoltori che hanno già a disposizione acqua a sufficienza.
Nelle zone più aride dell’Australia tuttavia la riduzione dei flussi fluviali aggiungerebbe ulteriore pressione alle risorse idriche e metterebbe in ginocchio gli agricoltori che si affidano ai deflussi per esigenze di irrigazione.
“La ricerca evidenzia che ci sono alcuni aspetti positivi per la crescita delle piante, ma anche che alcune delle nostre aree agricole cruciali non potranno godere di questi vantaggi a causa dei futuri impatti dei cambiamenti climatici sulla pioggia”, ha concluso Ukkola.
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