Pronti per il futuro?

Le nuove città della musica

Ogni metropoli che si rispetti riserva una propria scena musicale fatta di artisti, club, locali di musica dal vivo, concerti e festival, ma non tutte le città possono rivendicare lo status di “città della musica”. Alcune nascono così per vocazione, storia e tradizione, o lo diventano grazie all’innovazione e alle opportunità economiche, come New York,

Ogni metropoli che si rispetti riserva una propria scena musicale fatta di artisti, club, locali di musica dal vivo, concerti e festival, ma non tutte le città possono rivendicare lo status di “città della musica”. Alcune nascono così per vocazione, storia e tradizione, o lo diventano grazie all’innovazione e alle opportunità economiche, come New York, Los Angeles, Austin, Toronto, Melbourne e Berlino. Ma ce ne sono anche altre che, pur non rientrando nella mappa dell’Unesco o nell’arena globale delle città della musica e senza far troppo rumore, ospitano comunità artistiche vivaci e alternative, con eventi di ogni genere. Sono gli avamposti musicali del 2019, quelli che stanno “esplodendo” o che ancora oggi riescono a sorprendere: Tallin, Tblisi, Bangkok, Chengdu, Beirut. Questi luoghi attraggono turisti giovani e nuovi residenti, ne favoriscono l’inclusione sociale e il benessere, investono in attività sostenibili, promuovono la mobilità elettrica e, soprattutto, vivono ancora la musica e il divertimento con estrema libertà nonostante difficoltà e restrizioni.

Duo Ruut live a Tallin
Il duo artistico Ruut di Tallin mentre suona dal vivo il kannel, tipico strumento a corde estone © Duo Ruut

Cos’è una città della musica?

Secondo l’Ifpi una città della musica, per definizione, è un luogo con una scena musicale vibrante, in cui artisti, musicisti, dj, produttori e un pubblico attivo popolano locali, etichette discografiche, studi di registrazione e case di produzione. Per Sound Diplomacy, un’organizzazione internazionale che fornisce consulenza sul ruolo centrale della musica nella crescita economica, sociale e culturale, ci sono tredici indicatori perché si possa parlare di città della musica, come riportato in questo manuale.

Tallin, Estonia

Esempio cristallino di nuova città della musica è Tallinn. Moderna tra le sue mura medievali, la capitale estone vanta una scena musicale accogliente e solidale che beneficia di tecnologie innovative e culture diverse. L’atmosfera comunitaria che pervade gli abitanti ha fatto rapidamente crescere artisti, musicisti e generi per numeri e qualità. Grazie all’energia positiva di Tallinn stanno emergendo progetti contemporanei, come il produttore 18enne myspacebabe, ma anche i volti già noti di Raul Saaremets e Inga Copeland. La producer e attivista ambientale Maria Minerva, che da anni lotta contro l’estrazione di combustibili fossili, vedrà la sua città baltica passare totalmente alla mobilità elettrica entro il 2035.

Tallin medievale
Le torri medievali di Tallin © Toomas Volmer

Del resto, qui le stazioni di ricarica sono disseminate ovunque. Di musica, tecnologia e innovazione si parla ogni anno alla Tallinn Music Week, un evento sulla creatività che celebra la musica, l’arte e le idee, e che accoglie un pubblico di 30mila persone da ogni angolo del pianeta e centinaia di artisti locali e internazionali. E così, invece che sparire sotto i colpi della globalizzazione, anche la musica tradizionale estone viene valorizzata. È il caso delle note folk del Duo Ruut, del cantautore Erki Pärnoja, dell’urban rivisitato da Yasmyn, delle rapper come Alyona Alyona che si esibiscono allo Sveta Bar, ma anche dei dj che si alternano ai party MÜRK. Negli spazi postindustriali di Telliskivi, il distretto creativo più hype della città, gli artisti possono inoltre godere di sovvenzioni e agevolazioni sugli affitti.

Tblisi, Georgia

Oltre ai paesaggi, ai monasteri antichi e al vino, Tblisi attira per la sua movimentata vita notturna e la club culture. Situata nel cuore del Caucaso, all’incrocio tra Oriente e Occidente, nella sua lunga e turbolenta storia la capitale della Georgia ha accumulato una grande varietà di costumi, tradizioni e culture provenienti da Europa, Asia, Persia e Russia. Da qualche anno, una nuova generazione spinge per affermarsi in città come comunità creativa composta da artisti, musicisti, skater e designer. Molti visitatori desiderosi di esplorare Tbilisi fino alle prime luci dell’alba, vengono qui per divertirsi proprio come fanno i georgiani.

djset al Bassiani di Tblisi
Un djset al Bassiani, Tblisi. Nel 2018 il locale è rimasto chiuso dopo un’incursione dell’esercito, ma è stato riaperto in seguito alle proteste della città e di altri club europei © Bassiani

Le esibizioni di musica dal vivo nei caffè e nei bar sono la norma, perché quasi tutti i locali offrono un palco. L’Amqari, l’Amber Bar e il RadioCafe accolgono musicisti del posto, mentre per la musica jazz gli indirizzi più validi sono quelli del Zazanova, del Movement Theater e del Jazz Cafe Singer. Al Mtkvarze capita spesso di sentire Zurkin, uno dei più noti dj di Tblisi che gestisce anche il Vodkast Records, un negozio di dischi in vinile in centro, o Newa, una dj ormai lanciata in tutta Europa. Per concerti più importanti e djset internazionali, se non rave, basta frequentare il club Spacehall, gli eventi Mzesumzira o andare al Bassiani, mecca della techno considerata da molti erede del Berghain di Berlino.

Bangkok, Thailandia

La capitale della Thailandia soddisfa tutti i sensi, con i suoi templi, i ristoranti di strada e una vita notturna senza sosta, in particolare nel quartiere Soi Nana di Chinatown dove le case sono state trasformate in bar. Sette di questi sono considerati tra i 50 migliori bar asiatici del 2019. Su tutti il Bamboo Bar, istituzione del jazz dal 1953. Per ballare si va nel distretto di Thonglor, dove club come il Violett e altri locali per spettacoli offrono di tutto, dal karaoke alla musica dance. Festival musicali come il Maho Rasop raccolgono il meglio dell’indie internazionale, mentre per l’elettronica i riferimenti sono l’S2O Songkran, il Kolour In The Park e il Transmission.

Tramonto a Bangkok
Il tramonto a Bangkok in un’immagine che ricorda il film Blade Runner © Paula Bronstein/Getty Images

Nei locali di musica live è piacevole assistere ai concerti di gruppi del posto quali The 10th Saturday, City Plant, Yerm, Patchr, OrbitalXX e Parim. Ma come muoversi in una città così caotica? Il trasporto sostenibile è già tendenza in questa megalopoli in continua espansione che guarda all’ecologia urbana. Stazioni di ricarica per i veicoli elettrici sono già state installate nei centri commerciali sulla Sukhumvit, a velocità record, e altre saranno posizionate lungo tutte le arterie principali. Se ne contano 400 nella sola Bangkok, oltre mille in Thailandia. L’introduzione di nuovi snodi ferroviari, treni ad alta velocità e autobus elettrici, oltre a tecnologie basate sull’intelligenza artificiale, sarà un decisivo passo avanti per la viabilità e vivibilità della città.

Chengdu, Cina

Chengdu, capoluogo della provincia del Sichuan, ha una ricca storia che risale a più di duemila anni fa. Ha anche una forte economia turistica dovuta al suo centro di conservazione dei panda giganti in via di estinzione. Più di recente, con un occhio alla città della musica statunitense Nashville e un altro al sud-est asiatico, questa megalopoli ha sviluppato più distretti musicali diventando la prima città cinese per numero di imprese musicali. Tutto è partito da una ex fabbrica di tubi in acciaio riconvertita in parco musicale, ma l’ecosistema è stato favorito dal boom edilizio e dai programmi di musica in università e college.

Chengdu, Cina © John Moore/Getty Images
Chengdu, Cina © John Moore/Getty Images

La scena musicale underground, iniziata nel locale rock Little Bar vent’anni fa, è cresciuta col sostegno del governo locale, che ha istituito un fondo speciale per finanziare progetti musicali. Nell’era della mobilità e dell’iperconnettività, Chengdu è diventata un focolaio che ribolle di cultura musicale creativa, come dimostrano i festival (ChunYou) e gli eventi organizzati dal collettivo Morning negli spazi con il miglior impianto sonoro (Nu Space) o dall’indole ribelle (Funky Town). Al Poly Center, un grattacielo centrale con locali e bar su ogni piano, c’è perfino un club (.TAG, che sta per To Another Galaxy) con una pista da ballo galleggiante avvolta nella nebbia.

Beirut, Libano

La vitalità del popolo libanese e l’ampia scelta per l’intrattenimento rendono unica la scena musicale di Beirut, dove a qualsiasi ora del giorno e della notte ci si può imbattere in una festa, non solo nei locali sui tetti del lungomare. Una città dalle grandi mescolanze etniche e religiose del mondo arabo in cui gli artisti, i proprietari dei locali e i residenti crescono consapevoli del proprio patrimonio musicale, che attinge dal folk della tradizione e dalle danze come tarab e dabka. Ci sono molte band indie rock, come Adonis, Postcards e Filter Happier nate qui e arrivate fuori confine.

Beirut, Libano
Il lungomare di Beirut, Libano © Spencer Platt/Getty Images

Si dice che la musica elettronica, invece, sia atterrata per la prima volta in Libano alle feste private di due impiegati di banca inglesi nella loro villa a Mansourieh, per poi diffondersi anche nella capitale. In realtà imperversava già negli anni ’80 tra le pareti del leggendario B018, club sorto sotto i bombardamenti e tuttora attivo. Oggi a Beirut esistono almeno dieci club che programmano regolarmente musica techno, tra cui il quotato Ballroom Blitz. Diversi musicisti e produttori da qui hanno fatto il giro del mondo, come Rabih Beaini con la sua Morphine Records, Munma e il chitarrista Sharif Sehnaoui, quest’ultimo curatore con il fumettista Mazen Kerbaj del festival di musica sperimentale Irtijal.

Immagine di copertina: Tbilisi © Georgian National Tourism Administration

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