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La nuova legge elettorale un misto di maggioritario e proporzionale e invita alla creazione di coalizioni. Ecco come si vota il prossimo 4 marzo con il Rosatellum.
La nuova legge elettorale, con cui si andrà a votare alle elezioni politiche del prossimo 4 marzo 2018 per il rinnovo del Parlamento, è stata approvata in via definitiva, dopo che il governo ha posto la questione di fiducia sia alla Camera che al Senato. Il cosiddetto “Rosatellum bis”, dal nome del suo ideatore, il capogruppo del Pd alla Camera Ettore Rosato, consentirà di armonizzare le modalità di elezione per la Camera dei Deputati e per il Senato della Repubblica, dove in particolare una legge elettorale non c’era, con il rischio di creare maggioranze diverse e dunque impossibilità di governare. Ecco come si vota e come funziona la nuova legge.
Il Rosatellum bis delinea un sistema elettorale misto:
L’infografica che spiega il #Rosatellum. Utile soprattutto per i grandi partiti che rischiano di “perdere” molti seggi sul proporzionale se non comunicano le corrette modalità di voto ai propri elettori. pic.twitter.com/kyJq7AVlIy
— B. Antonello Barone (@Antonello2011) 13 novembre 2017
I 630 deputati della Camera saranno così eletti:
#LeggeElettorale approvata definitivamente dal Senato il 26 ottobre. Testo: https://t.co/dDcKkLrDP6 Iter in Aula: https://t.co/QrAkfazNaD pic.twitter.com/3zLPtWT9A0
— Senato Repubblica (@SenatoStampa) 28 ottobre 2017
I 320 seggi del Senato verranno così attribuiti:
Il #RosatellumBis è legge. Ma come funziona? https://t.co/vffkrnFQRk #agi pic.twitter.com/0tApiR0Atr — Daniele Cinà (@danielecina) 27 ottobre 2017
La nuova legge elettorale favorisce la formazione di coalizioni rispetto alla presentazione di liste singole, ma attenzione:
Ciascun partito è tenuto a depositare il programma elettorale, nel quale viene dichiarato il nome del capo della forza politica. Esempio: se il partito X e il partito Y si presentano in coalizione, ciascuno dei due dovrà presentare il proprio programma, anziché un programma comune.
L’ABC del #Rosatellum 2.0 VIDEO GRAFICA pic.twitter.com/XnofdmyJ4n
— Agenzia ANSA (@Agenzia_Ansa) 27 ottobre 2017
È possibile candidarsi in un massimo di cinque collegi plurinominali.
Esempio: il candidato Paolo Rossi potrà candidarsi contemporaneamente in massimo 5 collegi, venendo poi eletto in uno solo di essi e lasciando il proprio posto a un candidato della stessa coalizione negli altri quattro.
Non tutte le liste e le coalizioni entreranno in Parlamento, perché vi saranno delle soglie di sbarramento:
Non è ammesso voto disgiunto (si potrà effettuale un solo voto, che varrà sia per la parte maggioritaria, per il candidato, che per la parte proporzionale, per la lista) e non è previsto un meccanismo di scorporo:
Esempio: in un collegio uninominale concorrono i candidati Rossi, Bianchi e Verdi, e per il sistema maggioritario solo il più votato viene eletto. In caso di vittoria del candidato Rossi, i voti presi dalle coalizioni cui fanno riferimento Bianchi e Verdi andranno a concorrere per l’elezione di candidati diversi, della stessa coalizione ma presenti nel listino bloccato del proporzionale.
La legge prevede un meccanismo di bilanciamento della presenza dei due sessi, per cui ciascuna lista o coalizione non potrà candidare più del 60 per cento di nomi di sesso maschile o femminile nei listini bloccati.
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