
La Corte europea per i diritti dell’uomo ha ascoltato i 6 giovani portoghesi e la difesa degli stati accusati di inazione climatica. La sentenza nel 2024.
Le Iene hanno chiesto aiuto a LifeGate per capire come proteggere il nostro Pianeta dai cambiamenti climatici. Nadia Toffa ha intervistato Simone Molteni, direttore scientifico.
Finalmente il tema del riscaldamento globale approda in prima serata. Le Iene mettono in guardia milioni di spettatori davanti alla televisione: l’aumento dei fenomeni meteorologici estremi è la dimostrazione che i cambiamenti climatici sono in atto e sempre più minacciosi. Nonostante il rischio che corriamo, spesso inquiniamo di più per cuocere la pasta che per produrla; per essere sostenibili bastano piccoli accorgimenti.
“Le cose da fare sono le stesse di trent’anni fa”, assicura Nadia Toffa. “La differenza è che adesso sono più urgenti che mai perché siamo davvero vicini al punto di non ritorno”. Tra le soluzioni c’è la transizione dai combustibili fossili alle energie rinnovabili, che ognuno di noi può scegliere per la propria casa. La conduttrice ne ha discusso con Simone Molteni, direttore scientifico di LifeGate.
Nel servizio de Le Iene andato in onda il 17 ottobre 2018, Nadia Toffa fa il punto sul rischio più grande che stiamo correndo, quello di raggiungere il punto di non ritorno nel cambiamento del clima. La ferocia di alluvioni, tempeste di sabbia, incendi e cicloni non è un caso: con l’incremento delle temperature, determinato negli ultimi 150 anni dalla rivoluzione industriale, crescono anche la frequenza e l’intensità dei fenomeni meteorologici estremi. Così aumenta il numero dei migranti climatici. Scopriamo ora gli argomenti affrontati in quest’inchiesta e nella precedente.
Come inquinare meno e vivere felici: lo rivelano Nadia Toffa e Simone Molteni, direttore scientifico di LifeGate, nel servizio de Le Iene dedicato alla sostenibilità e trasmesso il 18 febbraio 2018. Dall’evitare frutta fuori stagione al banale gesto di porre il coperchio sulla pentola per cuocere la pasta, scopriamo le azioni più semplici ed efficaci per tagliare le nostre emissioni quotidiane.
Esiste un collegamento tra riscaldamento globale e fenomeni meteorologici estremi dell’estate 2018, dagli incendi nell’Artico alla siccità nel Regno Unito, dal tifone Mangkhut all’uragano Florence. Lo abbiamo scovato.
Quest’estate, nel nord della Groenlandia, anche la calotta glaciale più spessa e più antica ha cominciato a fratturarsi. Si tratta della prima volta che ciò accade, in una zona polare che finora è sempre rimasta compatta in ogni stagione dell’anno, compresi i mesi più caldi.
Già nel 2030 la temperatura media globale potrebbe crescere di 1,5 gradi rispetto ai livelli pre-industriali. Lo rivela lo Special report 15 (Sr15) redatto dal Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (Ipcc). “Il rapporto cela in realtà una notizia molto positiva” secondo Caterina Sarfatti, senior manager del network C40 cities. “Un mondo dove l’aumento della temperatura sia inferiore ai due gradi è ancora possibile”. Accettiamo la sfida, allora.
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I dati relativi all’estensione della calotta in Antartide sono drammatici: mai era risultata così ristretta la superficie.
Il 27 settembre, 32 stati dovranno rispondere alla Corte di Strasburgo delle loro azioni sul clima. La sentenza potrebbe rappresentare una svolta legale.
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Lo storico Africa climate summit si è concluso mercoledì 6 settembre con l’adozione da parte dei leader della dichiarazione di Nairobi.