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Due modi diversi di raccontare il pittore belga: a Milano, Inside Magritte sfrutta l’impatto della proiezione delle opere, mentre la mostra La ligne de vie a Lugano espone i dipinti che approfondiscono la poetica surrealista.
L’autunno regala ben due occasioni per entrare nel mondo surrealista del pittore belga René Magritte: a Lugano, al Museo d’arte della Svizzera italiana, dal 16 settembre sarà in mostra Magritte. La Ligne de vie, mentre a Milano, alla Fabbrica del Vapore, Inside Magritte inaugura il 9 ottobre. Esposizioni molto diverse tra loro, anche se dedicate allo stesso artista, racconteranno la genialità di tratto ma soprattutto di soggetti e poetica di un uomo che ha saputo guardare al di là di ciò che vedeva. Per chi ama l’assurdo e le sue stranezze.
Il primo appuntamento con Magritte è appena oltre confine, a Lugano, in Svizzera: qui il Museo d’arte della Svizzera italiana presenta una mostra che intende raccontare l’opera del pittore surrealista partendo da una sua conferenza, rimasta celebre, tenuta da Magritte il 20 novembre 1938 al Musée Royal des Beaux-Arts d’Anversa, intitolata La Ligne de vie (La linea della vita), così come è stata intitolata la mostra. Un discorso in cui l’artista mise a nudo la sua idea d’arte: “… e infine c’è il surrealismo, che fornisce all’umanità una direzione per lo spirito e un metodo per portare avanti le ricerche in quelle aree che finora abbiamo scelto di ignorare o disdegnare e che tuttavia riguardano l’umanità in modo diretto.” Parole semplici ma dirette che volevano rendere chiaro che ciò che si proponeva di fare, d’ora in poi, sarebbe stato del tutto nuovo: “… si tratta di una rottura totale con le abitudini mentali tipiche degli artisti prigionieri del concetto di talento, di virtuosismo e tutte le piccole raffinatezze estetiche. Una nuova prospettiva attraverso la quale l’osservatore ritrova un senso di isolamento e può finalmente ascoltare il silenzio del mondo.
Di fatto Magritte delineò la genesi della sua arte e illustrò i principi che gli avevano permesso di trasformare oggetti quotidiani in qualcosa di sconvolgente. Questo suo percorso, artistico e anche di vita, è illustrato attraverso una novantina dei suoi dipinti, che vanno dagli anni Venti sino all’epoca della maturità.
Magritte. La Ligne de vie è aperta sino al 6 gennaio 2019 dal martedì alla domenica dalle 10:00 alle 18:00 e giovedì fino alle 20:00; il biglietto costa 20 franchi.
Tutt’altro tipo di mostra è quella che dal 9 ottobre trasformerà in un “experience-room” la Fabbrica del vapore di Milano: Inside Magritte è infatti un’esperienza multisensoriale che grazie a immagini, suoni, musiche, evocazioni e suggestioni vuole raccontare il mondo dell’artista e quindi non solo le sue opere ma anche la sua vita e le sue influenze.
Una formula già rodata e di successo quella di queste experience che, in pochi minuti – le proiezioni durano infatti circa 50 minuti – riescono a incantare e suggestionare gli spettatori/visitatori che vengono quasi “immersi” nel mondo che gli si racconta. L’universo pittorico dell’autore, suddiviso in capitoli, si trasforma in un viaggio fatto di 160 immagini che attraversa tutti i momenti pittorici di René Magritte, dalla prime opere surrealiste fino al periodo post bellico passando per la Parigi degli anni Venti. Un mezzo sempre più diffuso per apprezzare e addirittura apprendere l’arte che punta all’immediatezza e alla suggestione.
I suoi quadri più famosi, i pittori che lo hanno influenzato, i luoghi e le persone della sua vita concentrate all’interno di una stanza: da destra a sinistra, sino sul pavimento il sogno – a lungo dipinto di Magritte – diventerà il protagonista di una mostra.
Alla Fabbrica del vapore sino al 10 febbraio 2019 con i seguenti orari: lunedì dalle 14:30 alle 19:30, martedì, mercoledì, venerdì e domenica dalle 9:30 alle 19:30, giovedì e sabato dalle 9:30 alle 22:30; il biglietto costa 14 euro.
Nato in Belgio nel 1898, Magritte è forse il più noto pittore surrealista: celeberrimi sono i suoi uomini in bombetta, le pipe e molti altri soggetti e oggetti che sembrano essere accostati tra di loro senza alcun significato, come spesso accade nell’immaginazione. Ma da dove nascono questi dipinti insoliti? Magritte parte da uno studio classico dell’arte ma ben presto resta affascinato da chi di classico ha ben poco, come il nostro Giorgio De Chirico e da lì intraprende una strada assolutamente nuova e stupefacente per molti versi. Ciò che intende fare l’artista è illustrare ciò che è possibile nella nostra mente ma che non ha un riscontro nella realtà, benché per farlo dipinga poi oggetti di tutti i giorni. E illustrare non è una parola usata a caso perché prima di diventare un artista, Magritte lavorò come disegnatore e illustratore in varie aziende, oltre che come pubblicitario. Era abituato a rappresentare bene il reale, lo faceva per lavoro, ma il suo passo avanti, la sua rivoluzione, fu quella di vedere oltre e di farlo con tratti chiari, spesso con colori pastello, con una finta semplicità che ha conquistato molti. Non ebbe successo da subito, le sue prime esposizioni nessuno o quasi le ricorda, ma con il tempo divenne unico. Ancora oggi un suo quadro è molto riconoscibile e ogni spettatore ne scorge sensi e significati differenti. Che sia questo il suo successo?
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