Expo 2015

Mangiamo sempre meno pane, però lo ricicliamo. I supermercati lo buttano

Più di quattro italiani su dieci (42 per cento) mangiano senza problemi il pane avanzato dal giorno prima, con una crescente tendenza a contenere gli sprechi. È quanto afferma la Coldiretti sulla base di un’indagine Ixè su una delle abitudini alimentari più inveterate degli italiani. In generale, poi, il 44 per cento degli italiani lo

Più di quattro italiani su dieci (42 per cento) mangiano senza problemi il pane avanzato dal giorno prima, con una crescente tendenza a contenere gli sprechi. È quanto afferma la Coldiretti sulla base di un’indagine Ixè su una delle abitudini alimentari più inveterate degli italiani. In generale, poi, il 44 per cento degli italiani lo surgela, il 43 per cento lo grattugia, il 22 per cento lo dà da mangiare agli animali mentre nel 5 per cento delle famiglie il pane non avanza mai. E ben il 24 per cento utilizza il pane raffermo per la preparazione di particolari ricette che vengono spesso dalla tradizione contadina.

Una sensibilità che – sottolinea Coldiretti – contrasta fortemente con quanto accade nella Grande distribuzione organizzata dove, alla chiusura del supermercato, il pane del giorno avanzato viene ritirato e gettato, senza alcuna possibilità di poter essere riutilizzato né donato alle mense per le persone indigenti.

“Resta il fatto – continua Coldiretti – che i consumi di pane sono crollati, tanto che nel 2013 è stata servita in tavola per la prima volta nella storia degli italiani meno di una fetta di pane a pasto (o una rosetta piccola) per persona, con il consumo del bene alimentare più prezioso che è sceso al minimo storico dall’Unità d’Italia”. Nel 1861, anno dell’Unità d’Italia, si mangiavano – sottolinea la Coldiretti – 110 grammi di pane a persona al giorno, ma da allora si è verificato un progressivo contenimento dei consumi che oggi sono scesi ad appena 98 grammi a persona al giorno (una fettina di pane pesa in media 50 grammi come una rosetta piccola).

Il calo degli acquisti negli ultimi anni è stato progressivo, con un crollo in quantità del 32 per cento rispetto ai 145 grammi acquistati a persona nel 2007. Il trend discendente – precisa la Coldiretti – viene però da lontano: nel 1980 il consumo si aggirava intorno ai 230 grammi a testa al giorno, nel 1990 si scende a 197 grammi, nel 2000 si arriva a 180 grammi, nel 2010 si attesta a 120 grammi e, nell’ultimo anno di rilevamento, il crollo a 106 grammi.

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