In una dichiarazione pubblicata sulla rivista scientifica americana Bioscience, oltre 15mila scienziati di 184 Paesi, valutando i progressi dal 1992 a oggi, concludono che presto “sarà troppo tardi” per salvare la Terra. L’appello è firmato esattamente da ben 15.364 studiosi. Nel 1992 la Union of Concerned Scientists aveva radunato più di 1700 scienziati e lanciato il “World Scientists’ Warning
Come gli animali fuggono dai cambiamenti climatici, la mappa di Nature Conservancy
Questa mappa mostra le direzioni intraprese da mammiferi, uccelli e anfibi che sono costretti a migrare in cerca di climi più ospitali.
I cambiamenti climatici stanno alterando interi ecosistemi costringendo gli organismi che li abitano a spostarsi in cerca di climi più favorevoli. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Washington e dell’organizzazione ambientalista Nature Conservancy ha realizzato, tramite l’elaborazione di modelli statistici, una mappa interattiva che traccia le rotte migratorie di tre diverse classi di vertebrati, mammiferi, anfibi e uccelli, calcolando gli spostamenti di quasi tremila specie animali.
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Non è una definizione ufficiale, ma ormai è riconosciuto: siamo entrati da tempo nell’Antropocene, l’età dell’uomo, un’era in cui “siamo arrivati a dei punti davvero preoccupanti per quella che è la nostra impronta sulla Terra”: l’allarme lo lancia la presidente di Wwf Italia, Donatella Bianchi, presentando il Living planet report dell’associazione, un rapporto che non disegna
Simbolo dello scioglimento dei ghiacci, oggi il loro numero è drasticamente in diminuzione a causa delle temperature “bollenti” che si registrano nell’Artico. E in rete circola uno spot ideato dai bambini.
Uccello migratore della famiglia degli scolopacidi, il chiurlottello non è più avvistato dal 1995. Uno studio lo considera estinto al 96 per cento.
Finanza climatica, carbon credit, gender, mitigazione. La Cop29 si è chiusa risultati difficilmente catalogabili in maniera netta come positivi o negativi.
Approvato il testo sulla finanza climatica. Al sud del mondo la promessa di 300 miliardi di dollari all’anno: molto meno del necessario.
Mentre i negoziati alla Cop29 di Baku sono sempre più difficili, i paesi poveri e le piccole nazioni insulari sospendono le trattative.
Pubblicati i nuovi testi alla Cop29 di Baku. C’è la cifra di 1.300 miliardi di dollari, ma con un linguaggio molto vago e quindi debole.
Come costruire un nuovo multilateralismo climatico? Secondo Mark Watts, alla guida di C40, la risposta è nelle città e nel loro modo di far rete.