L’amministrazione Usa ha sospeso le domande per l’immigrazione delle persone provenienti da 19 paesi. Nel frattempo vanno avanti le retate nelle città.
Tre agenti della contea di Alameda hanno bloccato il ventiseienne a terra per circa cinque minuti. Le indagini sono in corso.
Negli Stati Uniti, l’ennesimo caso di violenza da parte della polizia è finito in tragedia. Il 19 aprile – soltanto un giorno prima che l’ex agente Derek Chauvin fosse dichiarato colpevole dell’omicidio di George Floyd – nei pressi di San Francisco due agenti hanno fermato e bloccato a terra Mario Gonzalez, 26 anni, per circa cinque minuti. L’uomo ha perso conoscenza, e poco dopo è stato dichiarato morto in ospedale.
Come ricostruito da diversi giornali, il 19 aprile la stazione di polizia di Alameda, contea californiana poco lontana da Berkeley e San Francisco, ha ricevuto diverse telefonate riguardanti la presenza di un uomo possibilmente ubriaco o sotto effetto di sostanze stupefacenti in un parco locale.
Tre agenti sono stati inviati sul luogo: James Fisher, Cameron Leahy ed Eric McKinley. I filmati registrati dalle loro bodycam mostrano l’intero susseguirsi degli eventi. Inizialmente i poliziotti hanno mantenuto un approccio amichevole con Gonzalez, che aveva due piccoli carrelli pieni di bevande alcoliche. La situazione è peggiorata quando l’uomo ha rifiutato più volte di identificarsi: nel tentativo di ammanettarlo, i poliziotti l’hanno spinto a terra e hanno applicato pressione sulla sua schiena per poco più di cinque minuti. Dalle immagini sembra che un agente, in particolare, abbia premuto un gomito sul collo o sulla parte alta della schiena di Gonzalez per 2 minuti e 50 secondi.
Quando uno degli agenti (i rispettivi ruoli non sono ancora stati chiariti) ha proposto di girare Gonzalez su un lato, gli altri hanno risposto: “Non voglio perdere quello che abbiamo ora” e “Non stiamo facendo pressione sul petto”.
Poco dopo, quando la vittima ha perso conoscenza, gli agenti hanno tentato di rianimarlo tramite compressioni toraciche, ma l’uomo è stato poi dichiarato morto una volta arrivato in ospedale.
Il medico legale per la contea di Alameda sta attualmente conducendo un’autopsia per accertare le cause del decesso, mentre lo sceriffo, il procuratore distrettuale e un ufficio legale privato assunto dalla città stanno indagando sul comportamento dei tre agenti coinvolti nei fatti. Fisher, Leahy e McKinley sono attualmente in congedo.
La famiglia di Gonzalez ha autorizzato la condivisione integrale dei filmati registrati dalle bodycam e dalle telecamere di sicurezza, e ha denunciato i fatti come un chiaro esempio di uso eccessivo della forza su un uomo che non era formalmente accusato di nulla. “La polizia ha ucciso mio fratello nello stesso modo in cui ha ucciso George Floyd”, ha detto Gerardo Gonzalez, fratello di Mario.
Al contrario Alison Berry Wilkinson, rappresentante legale degli agenti, ha dichiarato che “il video non racconta tutta la storia”, aggiungendo: “[Gli agenti] Sono estremamente dispiaciuti per ciò che è successo. Sono andati sul posto per assicurarsi che Gonzalez non si facesse male in alcun modo, ma a causa dei suoi tentativi di resistenza questo non è stato possibile”.
In un comunicato stampa il dipartimento di polizia di Alameda ha affermato che la vittima ha avuto una “emergenza medica” mentre i poliziotti tentavano di ammanettarlo. Secondo Jerry Gonzalez, fratello di Mario, l’emergenza in questione sarebbe stata causata dai tre poliziotti: “Chiunque abbia un po’ di buonsenso si sta chiedendo come sia possibile che una persona senza alcuna patologia cronica possa avere un’emergenza medica a 26 anni e morire improvvisamente”.
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