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Adán Vez Lira, che si opponeva a un impattante progetto minerario, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco nello stato di Veracruz.
Le dune e gli ecosistemi costieri, oltre ad ospitare una grande varietà di specie animali e vegetali, assolvono fondamentali funzioni ecosistemiche, come costituire una naturale barriera anti-erosione. Questi fragili ecosistemi sono tuttavia fra i meno protetti in assoluto, e la maggior parte di loro è stata soffocata dall’antropizzazione. Adán Vez Lira amava questi ambienti speciali, a metà tra il mare e la terra, e ha dedicato la sua vita alla loro conservazione.
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Lo scorso 8 aprile il corpo dell’uomo è stato rinvenuto senza vita nei pressi del paese di La Mancha, nella municipalità di Actopan, sulla costa del Golfo del Messico. L’uomo sarebbe stato vittima di un’imboscata mentre viaggiava a bordo della propria motociletta per tornare a casa, ed è stato ucciso da diversi colpi di arma da fuoco. Le forze dell’ordine hanno avviato le indagini ma non hanno ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali.
Asesinan en #Veracruz a Adán Vez Lira, defensor de manglares, dunas y ecosistemas de la costa; le dieron 9 balazos mientras realizaba un recorrido en motocicleta
vía Fanny Miranda/MILENIO pic.twitter.com/zjpMzEdRN5
— Azucena Uresti (@azucenau) April 9, 2020
Adán Vez Lira lavorava come guida ambientale a La Mancha, presso un’azienda locale di ecoturismo. Da venti anni si dedicava alla conservazione dell’ambiente, sia trasmettendone la bellezza ai visitatori, che organizzando importanti manifestazioni, come il Festival degli uccelli e delle aree umide.
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L’uomo non si limitava a promuovere la bellezza del suo territorio, lo difendeva attivamente. “Adán Vez è stato un importante attivista e difensore della vita e del territorio, che ha lavorato instancabilmente per la protezione delle mangrovie, delle dune e di tutti gli ecosistemi della costa centrale di Veracruz – si legge in una nota diffusa dopo l’omicidio da trenta organizzazioni dello stato di Veracruz -. Si è sempre preoccupato per i problemi ambientali nel suo comune, ha organizzato numerosi festival, rimboschimenti ed eventi di educazione ambientale”.
Negli ultimi anni Vez Lira era diventato uno strenuo oppositore dei grandi progetti minerari che minacciano gli ecosistemi locali. I suoi colleghi ritengono che proprio questa opposizione sia la causa della sua morte violenta, e hanno ricordato come questo crimine evidenzi, ancora un volta, la debolezza dello stato messicano, incapace di proteggere la vita dei propri cittadini, e in particolare quella dei difensori dei diritti umani e dell’ambiente.
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Le municipalità dell’Alto Lucero, Actopan, Chiconquiaco, Juchique de Ferrer e Yecuatla, che sorgono in un’area montuosa ai margini del Golfo del Messico, sono oggetto delle attenzioni indesiderate di numerose compagnie minerarie. Nonostante questi comuni si siano dichiarati contrari alla creazione di miniere, le compagnie minerarie Almaden Minerals e Candelaria Minning, secondo quanto denunciato dai membri della Asamblea veracruzana de iniciativas y defensa ambiental (Lavida), hanno comunque effettuato lavori di esplorazione, deviando un canale e altri corpi idrici.
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L’area di La Mancha, in particolare, interessa alle compagnie per la realizzazione di miniere a cielo aperto, a cui Vez Lira e altri ambientalisti si sono opposti. Questi progetti rappresentano infatti un grave pericolo di contaminazione del suolo, dell’acqua e dell’aria, minacciando sia la salute pubblica che il patrimonio naturale dell’area.
Le organizzazioni ambientaliste locali hanno chiesto al governo di Veracruz di indagare su tutte le possibili cause dell’omicidio. “Chiediamo alle autorità federali e statali competenti di svolgere un’indagine diligente ed esauriente su questo atto criminale. Chiediamo che venga chiarito chi sono i presunti autori materiali e i mandanti responsabili di questo omicidio”. Il comune di Actopan, lo scorso anno, è stato teatro di un altro omicidio, quello del giornalista Jorge Celestino Ruiz, che raccontava le proteste degli attivisti ambientali, come Vez Lira.
Il Messico si conferma per l’ennesima volta uno dei luoghi più pericolosi al mondo per i difensori dei diritti umani e dell’ambiente: negli ultimi otto anni sono stati uccisi 86 attivisti. Secondo un rapporto del Centro mexicano de derecho ambiental (Cemda), tra il 2012 e il 2019 sono stati effettuati quasi 500 attacchi contro ambientalisti. 141 di questi era collegato all’opposizione a progetti di infrastrutture energetiche, mentre la seconda causa, con 71 casi, è l’opposizione a progetti minerari.
Tra le ultime vittime ricordiamo Homero Gómez González e Raúl Hernández, difensori delle farfalle monarca recentemente assassinati. La maggior parte degli attivisti uccisi in Messico, circa l’80 per cento, è di origine indigena e, sebbene il numero delle denunce sia in calo, quello degli omicidi è in aumento, evidenziando la scarsa fiducia nelle forze dell’ordine.
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