Un compromesso piatto e al ribasso. La Cop30 sul clima ha deluso le aspettative ed è terminata con accuse reciproche tra i governi.
Dataroom, l’approfondimento giornalistico curato da Milena Gabanelli su Corriere.it, dedica una puntata ai cambiamenti climatici. E a chi li nega.
La giornalista Milena Gabanelli, nota soprattutto per i suoi dieci anni alla guida del programma televisivo Report, tiene una rubrica sul quotidiano Corriere della Sera che si chiama Dataroom. L’approfondimento pubblicato il 12 settembre è dedicato ai cambiamenti climatici. Dopo aver messo in luce le conseguenze più devastanti dell’aumento della concentrazione di CO2 in atmosfera e del riscaldamento globale, come lo scioglimento di ghiacci e ghiacciai in ogni parte del mondo e il crollo della resa agricola in molte regioni geografiche, Gabanelli si è soffermata su come ancora oggi esistano persone che negano l’esistenza di questa minaccia globale.
“L’associazione negazionista più forte è la Global warming policy foundation creata dall’ex ministro delle Finanze di Margaret Thatcher nel 2009 (Nigel Lawson, ndr)”, afferma la giornalista. “Quindi da una parte i più esperti scienziati del pianeta e dall’altra la fondazione di Lord Lawson” che pensa che il riscaldamento globale sia un fenomeno ciclico e naturale e che quindi l’essere umano non possa e non debba intervenire.
Leggi anche: Cosa dicono gli studi sul riscaldamento globale, oggi che la temperatura è già aumentata di oltre 1 grado
Eppure la quasi totalità degli scienziati, compreso il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici, il foro scientifico delle Nazioni Unite afferma che i cambiamenti climatici siano causati dalle attività antropiche, quali l’utilizzo indiscriminato di combustibili fossili. “Se non si riduce la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera, la temperatura potrebbe salire dai 6 ai 12 gradi entro il 2100”, continua Gabanelli riportando i dati dell’Ipcc.

“Questo vuol dire completo scioglimento del ghiaccio, l’oceano che si alza di 75 metri, inondazione di un terzo delle abitazioni della popolazione globale, riduzione della produzione agricola, aumento della desertificazione. Per rallentare questo processo tutti i paesi devono ridurre il consumo di petrolio e aumentare la quota di energia rinnovabile del 2 per cento l’anno entro il 2035. Quello è il punto di non ritorno.

Per questo Gabanelli conclude la puntata con pochi dubbi: “Vista la partita che c’è in ballo, dove potrebbe non esserci appello, dobbiamo chiederci da che parte stare? Io sto con la scienza”.
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