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Miró a Bologna, un viaggio tra sogno e colore
Fino al 17 settembre saranno esposte le opere di Miró a Bologna, a Palazzo Albergati. Un viaggio negli ultimi anni della vita dell’artista catalano che si è contraddistinto per il suo stile unico.
L’estro assoluto dell’artista catalano in 130 opere: Miró a Bologna a Palazzo Albergati con Sogno e colore. Un viaggio multicolore tra i capolavori dell’ultimo periodo di Joan Miró in un allestimento suggestivo che riproduce il suo studio sull’isola di Maiorca. Un po’ come essere lì, ma solo fino al 17 settembre.
Miró a Bologna, tra sogno e colore
È uno di quegli artisti inconfondibili, immediatamente riconoscibile anche da chi di arte non si occupa: i suoi colori, i suoi formati, la sua pennellata sono entrati nell’immaginario di tutti. Miró è unico per tanti motivi e questa ricca mostra a Palazzo Albergati a Bologna ci porta nella sua casa-studio di Maiorca dove Miró visse dal 1956 fino alla morte nel 1983 e concretizzò il suo grande desiderio, ovvero di poter creare in un ampio spazio tutto suo uno studio dove lavorare protetto dal silenzio e dalla pace che solo la natura poteva offrirgli.
Maiorca è fondamentale, quasi parte della sua arte e il percorso della mostra – cronologico e tematico allo stesso tempo – presenta la sua produzione indissolubilmente legata alla “sua” isola dove negli anni Sessanta e Settanta si dedica a temi prediletti come donne, paesaggi e uccelli accanto a paesaggi monocromi e ai lavori – quelli degli ultimi anni – fatti con le dita, stendendo il colore con i pugni mentre si cimenta nella pittura materica, spalmando gli impasti su compensato, cartone e materiali di riciclo; e ancora le sculture frutto delle sperimentazioni fatte con diversi materiali, collage, “dipinti-oggetto” che col passare degli anni traggono ispirazione da ciò che l’artista colleziona e che altrimenti “sarebbero cose morte, da museo”, come egli stesso scrive.
Lo studio a Maiorca
La mostra divisa in cinque sezioni presenta opere ampiamente rappresentative della raccolta della fondazione Pilar & Joan Miró e realizzate nel periodo più dinamico e innovativo seppur meno conosciuto dell’artista. L’aspetto forse più interessante dell’esposizione è la riproduzione dello studio di Maiorca negli spazi di palazzo Albergati di Bologna (nella terza sezione della mostra): lo studio è opera dell’amico e famoso architetto Josep Lluís Sert.
Miró realizza lì più di un terzo di tutta la sua produzione artistica: qui si concentrano venti anni di febbrile attività e intensa avventura estetica sempre aperta all’innovazione e alla sperimentazione tecnica. Poi nel 1959 Miró si sposta in una tipica e grande casa di campagna maiorchina del Settecento, Son Boter, dove sperimenta la scultura monumentale e dipinge le opere più grandi mantenendo la riservatezza cui teneva particolarmente. Sono gli anni in cui Miró ci trasporta in un mondo nascosto e lontano, un mondo primitivo che evoca le pitture rupestri, prive di composizione. Le figure sono isolate, senza una relazione tra l’una e l’altra, si sovrappongono persino creando fantastici dipinti ibridi. Sono i cosiddetti “mostri”, emozionanti e commoventi nella loro semplicità formale. Accanto a queste anche graffiti, statuette di arte popolare, cartoline, ritagli di giornale, sassi, conchiglie e altro ancora.
La mostra è aperta tutti i giorni dalle 10 alle 20 e il biglietto costa 10 euro.
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