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Cresce il numero di utenti che preferisce i servizi di mobilità in condivisione rispetto a possedere un proprio mezzo di trasporto, soprattutto nei giovani. Italia prima in Ue per il bike sharing.
L’innovazione tecnologica e lo sviluppo di applicazioni dedicate ha consentito alla mobilità condivisa (sharing mobility) di diffondersi nelle principali città italiane uscendo da un settore di nicchia dove è rimasta confinata per anni. Il successo è legato principalmente alla condivisione delle biciclette (bike sharing), o alle forme di trasporto a domanda (car sharing). È quanto emerge dal secondo rapporto sulla sharing mobility, redatto da Fondazione per lo sviluppo sostenibile in collaborazione con il ministero dell’Ambiente.
Dal rapporto emerge anche che i giovani preferiscono i mezzi in condivisione piuttosto che la proprietà dei mezzi. Secondo i dati raccolti, gli italiani tra i 18 e i 45 anni che posseggono un’auto sono passati dal 53 per cento del 2005 al 37 per cento del 2016, grazie anche alla diffusione del carpooling e del car sharing.
Lo studio sottolinea quanto la mobilità condivisa non sia un’alternativa al servizio di trasporto pubblico, che dovrebbe essere la struttura portante del sistema di trasporto, ma sia piuttosto un servizio complementare in un’ottica di mobilità sostenibile ed efficiente.
Il bike sharing è primo in Europa con circa 40mila bici condivise in 265 comuni e nell’ultimo anno è cresciuto del 147 per cento. La crescita delle flotte a disposizione ha permesso a un numero maggiore di italiani di avvicinarsi all’uso della bicicletta e ha rivelato come sia assolutamente improrogabile lo sviluppo della ciclabilità nelle città.
La grande novità dell’ultimo anno nei servizi di bikesharing è l’avvento anche in Italia del bike sharing “free floating”, realizzato dai grandi operatori a livello mondiale che negli ultimi mesi hanno attivato il servizio in alcune città medio-grandi del centro-nord (tra cui Milano, Firenze, Roma e Torino) con 22.800 biciclette condivise. Più di due terzi del totale delle biciclette in condivisione circola però sulle strade di sole 4 città: Milano (44 per cento), Torino (13 per cento), Firenze (8 per cento), Roma (5 per cento).
In 5 anni è quintuplicata l’offerta di auto in car sharing, con Milano che si posiziona al primo posto. Nel 2017 è stato superato il milione di iscritti in Italia, con 7.679 veicoli e 35 città interessate. In particolare si riscontra negli ultimi 12 mesi un aumento non solo del numero di auto condivise, ma anche del numero di noleggi giornalieri per auto, che consente al servizio di guadagnare in redditività ed efficienza. Un’auto in car sharing a Milano viene noleggiata in media 5 volte al giorno, il doppio dei valori medi del 2013. Grazie all’aumento della diffusione delle auto elettriche condivise il car sharing italiano ha segnato un buon risultato anche dal punto di vista della riduzione delle emissioni. Il servizio di car sharing purtroppo rimane concentrato per la maggior parte in poche aree urbane. Dei 7.679 veicoli in carsharing censiti a fine 2017, Milano conta il 43 per cento, a seguire Roma con il 24 per cento dei veicoli, Torino con il 15 per cento dei veicoli e Firenze con l’8 per cento.
Non solo persone, ma anche cose. Dal 20 marzo di quest’anno è partito, primo nel mondo, un nuovo servizio sperimentale dedicato al trasporto condiviso di cose con vehicle sharing di Eni realizzato in partnership con Fiat. Il servizio è attivo nelle città di Milano, Roma e Torino con mezzi di trasporto sia a benzina, sia bi-fuel (benzina e metano).
Il carpooling, il servizio che consente di condividere con altre persone uno spostamento in automobile, continua a crescere in Italia sia sui percorsi di media e lunga distanza che ha raggiunto nel 2017 2,5 milioni di iscritti sulla piattaforma BlaBlaCar, sia per gli spostamenti casa-lavoro e altri spostamenti urbani, con operatori che registrano una forte crescita degli iscritti nel triennio 2015-2017, passando dai 72mila circa del 2015 ai 265mila registrati alla fine dello scorso anno con una crescita del 350 per cento.
Nell’ultimo anno si è diffuso lo scooter sharing elettrico, con gli operatori Ecooltra e Mimoto, che hanno iniziato il servizio nel 2017 a Roma e Milano favorendo la penetrazione della motorizzazione elettrica nel mondo delle due ruote. Totalmente assenti nel 2016, gli scooter elettrici rappresentavano a dicembre 2017 il 68 per cento della flotta complessiva. Lo scorso anno il numero di noleggi si è attestato attorno a circa 250mila, con un aumento dell’11 per cento rispetto all’anno precedente.
Cresce il numero di applicazioni, così come il numero di città dove è possibile trovare soluzioni di servizi integrati e pianificazione degli spostamenti. Oggi sono 43 le città e gli ambiti territoriali dove è possibile scaricare un’app e accedere ai servizi di mobilità condivisa, cresciuti costantemente dal 2013 con una percentuale media dell’80 per cento in 5 anni. Alcune applicazioni permettono agli utenti di trovare e prenotare la miglior soluzione per raggiungere la propria destinazione confrontando diverse opzioni: car, scooter e bike sharing, taxi e ride-sharing e trasporto pubblico in alcune grandi città. Altre forniscono invece servizi di ottimizzazione degli spostamenti in ambito urbano utilizzando le reti di trasporto pubblico. Lo sviluppo di applicazioni specifiche è stato uno dei fattori determinanti dello sviluppo della mobilità condivisa.
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