
Il delta del Po è una delle aree italiane che più sta subendo gli effetti dei cambiamenti climatici. Lo raccontano le donne coltivatrici che lì lavorano.
Il trattato sulla limitazione dei CFC (Montreal 1987) dà i primi buoni risultati. Il danno allo strato protettivo della nostra atmosfera tenda a ridursi.
Il trattato sulla limitazione dei CFC (Montreal 1987) dà i primi buoni risultati. Sembra infatti che il danno allo strato protettivo della nostra atmosfera tenda a ridursi.
Secondo un gruppo di 130 scienziati di tutto il mondo, riuniti a Buenos Aires per il congresso Sparc 2000, “Processi atmosferici e il loro ruolo nel clima”, il buco nell’ozono sull’Antartico si restringerà e si chiuderà entro i prossimi 50 anni.
I ricercatori hanno confermato che il bando delle sostanze chimiche che assottigliano lo strato protettivo dell’atmosfera sta già oggi mostrando segni di successo e che lo strato di ozono inizierà presto a ripararsi da solo.
La previsione si basa sul fatto che i livelli di CFC nell’atmosfera si stanno notevolmente abbassando.
Prevedibilmente per assistere a una vera stabilizzazione del processo di ricostruzione dello strato di ozono bisognerà aspettare ancora qualche tempo, soprattutto a causa della naturale variazione dei cicli climatici da un anno all’altro. Considerando anche il fatto che c’è sempre spazio per un nuovo peggioramento, soprattutto se il bando dei CFC non verrà rispettato.
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Il delta del Po è una delle aree italiane che più sta subendo gli effetti dei cambiamenti climatici. Lo raccontano le donne coltivatrici che lì lavorano.
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