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Fino al 22 gennaio a Firenze è in mostra Ai Weiwei, l’artista cinese capace di provocare, far pensare e smuovere le coscienze. Arte che racconta la società.
È stata inaugurata da pochi giorni e ha già scatenato polemiche, dissensi e opinioni discordanti: la personale di Ai Weiwei a Palazzo Strozzi di Firenze è espressione dei diritti, tutti e di tutti. Quelli dell’artista, e quindi di un uomo, cinese, che intende dire cosa ha vissuto; quelli di chi solca il mare per trovare pace; quelli dell’arte che vuole parlare a tutti coloro che vogliono ascoltare. Non solo arte, ma cronaca e storia. Fino al 22 gennaio.
Ai Weiwei è un artista cinese nato a Pechino. Sin da giovane ha vissuto l’oppressione del regime cinese e insieme alla sua famiglia fu costretto ad allontanarsi dalla propria città. Appassionato di cinema e poi d’arte, studiò negli Stati Uniti dove scoprì le opere di Marcel Duchamp e Andy Warhol. Riconosciuto oppositore del governo cinese, subì repressioni violente: prima il suo studio venne distrutto, in seguito Ai Weiwei fu imprigionato, torturato ed esiliato.
Associazioni e governi internazionali si sono mobilitati per difendere l’artista e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione repressiva in Cina. Ciò ha portato alla sua liberazione ma Ai Weiwei è comunque ancora adesso tenuto sotto controllo dal proprio governo. L’aspra critica dell’artista si è diretta su più fronti ma si ricorda in particolare quando nel 2008, dopo il terremoto del Sichuan – che provocò circa 70mila vittime – Ai Weiwei accusò il governo cinese di aver usato materiali scadenti per costruire gli edifici pubblici crollati e pubblicò sul suo blog i nomi dei cinquemila bambini che morirono a causa del disastro.
Visitare la prima personale di Ai Weiwei in Italia è importante per molti motivi, nessuno lontano da ciò che riguarda qualsiasi cittadino. La libertà – Libero è il titolo della mostra –, espressa attraverso ogni singola opera, è un messaggio per chi questo diritto vuole toglierlo e limitarlo. Inoltre, riuscire a portare ancor più in primo piano, sulla facciata di un palazzo storico di una delle più belle città del mondo, il dramma dei migranti e dei profughi, è vitale. Reframe, l’installazione che ha destato più polemiche, porta il mar Mediterraneo sotto gli occhi di tutti.
L’opera d’arte può non essere apprezzata ma è improbabile che non veicoli il suo messaggio. Non a caso, una delle prime importanti mostre di quest’artista dopo la sua liberazione ha luogo in Italia dove la libertà, la salvezza e la sopravvivenza di chi solca il mare sono un quotidiano tormento civile.
In occasione della mostra Palazzo Strozzi viene utilizzato come un luogo espositivo unitario, creando un’esperienza totalmente inedita per i propri visitatori e permettendo all’artista cinese di confrontarsi con un contesto ricco di sollecitazioni storiche e spunti architettonici. La nuova grande installazione di Ai Weiwei coinvolge due facciate dell’edificio rinascimentale con ventidue grandi gommoni di salvataggio arancioni ancorati alle finestre del palazzo. Il centro del cortile è invece dominato da Refraction (Rifrazione), una gigantesca ala metallica fatta di pannelli solari resa immobile dalle grandi dimensioni e dal peso di oltre cinque tonnellate, suggestiva metafora della costrizione e della negazione della libertà.
All’interno degli spazi del piano nobile e della Strozzina la mostra propone un percorso attraverso opere storiche e nuove produzioni, permettendo una totale immersione nel mondo artistico e nella biografia personale di Ai Weiwei. Le opere esposte spaziano dal periodo newyorkese tra gli anni Ottanta e Novanta, alle grandi opere simboliche degli anni Duemila fatte di assemblaggi di materiali e oggetti come biciclette e sgabelli, fino alle opere politiche e controverse che hanno segnato gli ultimi tempi della sua produzione, come i ritratti di dissidenti politici in Lego o i recenti progetti sulle migrazioni nel Mediterraneo.
Per gli orari e i biglietti della mostra, tutte le informazioni qui.
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